Brescia, che forza!
Ercole furente, Ercole fondatore: la Leonessa abbandona la vocazione siderurgica per scoprirsi rarità mitologica. Tra anfore preziose e ceselli manieristici. Ma c’è dell’altro. Sino al 12 giugno, al Museo di Santa Giulia.
Ercole, figlio di Zeus e di Alcmena mortale, amatissimo semidio tra gli dei. Ercole tra i secoli, nell’antichità pagana, medioevo, rinascimento: è un percorso attraverso tre grandi epoche della storia umana il motore immobile attorno al quale è costruita l’esposizione Ercole il Fondatore. Dall’antichità al Rinascimento.
Così il mito dell’eroe, nel percorso ideato da Marco Bona Castellotti e Antonio Giuliano, viene riletto nei secoli, attraverso le diverse valenze e leggende che sono state attribuite alla sua figura, tra cui la fondazione di Brescia, trasmessa da fonti quattrocentesche. Incarnazione di diversi ideali, come la forza o la virtù, a illustrarne il mito sono una selezione di oggetti provenienti da numerose località, che ne testimoniano la fortuna in diverse zone d’Italia.
È l’Hercules furens a incontrare per primo lo spettatore nell’Anfora cosiddetta di Psiax, realizzata con la tecnica delle figure nere, nella cui metopa centrale il semidio affronta la prima delle sue fatiche: la lotta corpo a corpo con il leone di Nemeo. Ancora l’eroe pagano è protagonista della Scyphos del Museo Archeologico Nazionale di Napoli: sbalzate nell’argento sono altre sue imprese, come la cattura del cinghiale di Erimanto, la caccia agli uccelli stinfalidi, il giardino delle Esperidi.
Le opere medievali mostrano un mutamento decisivo nel modo di percepire la figura dell’eroe, che tuttavia sopravvisse, a differenza di molte altre divinità, all’urto dei tempi, all’avvento del cristianesimo, che dopo il periodo di sincretismo del III secolo d.C. riuscì ad avere la meglio sul variegato pantheon romano.
All’immagine del guerriero invincibile si sovrappone quella dell’eroe in grado di scegliere tra vizio e virtù: “L’Ercole al bivio rappresenta uno dei punti dell’intera mitologia dell’eroe più degni di riabilitazione in sede cristiana, perché ha contorni tali da rientrare pienamente in una dimensione pedagogica”, scrive Marco Bona Castellotti. Fra le testimonianze esposte, le Storie di Ercole istoriate su un cofanetto duecentesco, concesso in prestito dal Duomo di Anagni, che mostra oltre alle storie dell’eroe anche figurazioni cristiane.
E infine, il Rinascimento, qui declinato soprattutto nella sua accezione lombarda-ferrarese: esposte sono l’Allegoria di Ercole di Dosso Dossi, del 1540 circa, e una copia da Lattanzio Gambara con il mito di Ercole e Petreo. La vera chicca proviene, però, dagli Uffizi. È l’Ercole e l’Idra di Antonio Pollaiolo, piccolo tassello ligneo che potrebbe costituire un vero e proprio manuale della pittura del primo Rinascimento fiorentino: secchezza della linea, paesaggio pietroso di bellezza fiamminga, atmosfera azzurrina all’orizzonte, su cui si staglia la muscolarità lignea del semidio.
La mostra è corredata da altre testimonianze relative al mito della fondazione nella tradizione erudita bresciana e da una ricca serie di esemplari numismatici e lapidei relativa all’iconografia di Ercole.
Isabella Berardi
dall’11 febbraio al 12 giugno 2011
Ercole il Fondatore. Dall’antichità al Rinascimento
a cura di Marco Bona Castellotti e Antonio Giuliano
Museo di Santa Giulia
Via dei Musei, 81b – 25121 Brescia
Orario: da lunedì a giovedì ore 9-20; venerdì e sabato ore 9-21; domenica ore 9-20
Ingresso: intero € 14; ridotto € 11
Catalogo Electa
Info: tel. 800775083; www.matissebrescia.it
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