Europa-Giappone, andata e ritorno
Prosegue senza sosta e senza tentennamenti il matrimonio fra Modena e la fotografia. Spostandosi dall’ex Ospedale di Sant’Agostino al Fotomuseo Panini, ci s’imbatte in una grande mostra dedicata a Yasuzo Nojima. Avete tempo fino al 5 giugno per visitarla, ma intanto fatevela raccontare.
Terremoto e tsunami, esplosioni nucleari e radiazioni: oggi il Giappone è questo. È doloroso mettere da parte certe recenti immagini e fare un salto indietro nel tempo, prima del disastro, prima di un’altra tragedia – la Seconda guerra mondiale – e immergersi nell’atmosfera creata dalle fotografie di Yasuzo Nojima (Urawa, 1889 – Hayama Isshiki, 1964). Un protagonista dell’arte nipponica, un uomo che non varcò mai i confini del suo Paese, ma che seppe aprirsi al mondo occidentale, a tecniche sconosciute, a un sistema di comunicazione dell’arte d’avanguardia.
È solo dalla metà dell’Ottocento che le frontiere del Giappone sono aperte e che iniziano i primi contatti con Europa e America: contatti anche artistici, che portarono alla conoscenza della pittura e della fotografia. Allora era proprio il mondo occidentale a essere imitato per l’avanguardia tecnologica, e proprio la ripresa con la macchina fotografica costituiva, per i giapponesi, una forte attrattiva in termini di rappresentazione della realtà.
Dalla metà degli anni ‘30 il governo giapponese ostacolò progressivamente i movimenti artistici più innovativi: molti fotografi furono spinti a occuparsi di reportage, ma Nojima non fu tra questi; proseguì le sue sperimentazioni, mettendosi alla prova con doppie esposizioni e fotomontaggi (Tulips, 1940), ma il suo successo declinò progressivamente.
La mostra al Fotomuseo Panini ripercorre il percorso artistico di Nojima, e lo fa esponendo la collezione conservata dal 1988 nel National Museum of Modern Art di Kyoto (con cui si sta sviluppando una collaborazione da tenere d’occhio, parola di Filippo Maggia). Molte le opere, oltre cento, e tutte di grande fascino e suggestione, grazie all’abilità tecnica del fotografo giapponese, ma anche alla sua capacità di cogliere l’interiorità del soggetto e di comunicare direttamente con chi osserva l’immagine.
Un allestimento semplice ed essenziale (del resto, gli orpelli in questo caso sarebbero stati di troppo) e che costituisce un’operazione significativa per portare all’attenzione della cultura italiana – in un decennio di grande interesse verso il Giappone – la fotografia orientale dell’inizio del XIX secolo e il sistema di connessioni tra due mondi lontani.
Marta Santacatterina
dal 27 marzo al 5 giugno 2011
Yasuzo Nojima – Un maestro del Sol Levante fra pittorialismo e modernismo
a cura di Filippo Maggia e Chiara Dall’Oglio
Fotomuseo Panini
Via Giardini, 160 – 41100 Modena
Orario: da martedì a domenica ore 11-19
Ingresso libero
Info: tel. +39 059224418; [email protected]; www.fotomuseo.it
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