Giocare a “Trova le differenze” con George Condo
Al New Museum di New York, sino all’8 maggio, va in scena un mondo fantastico, popolato da personaggi rari eppure riconoscibilissimi. Un mondo dove le emozioni sono esibite attraverso figure metaforiche, distorte, grottesche, e proprio per questo verosimilmente umane. È il mondo di George Condo e della sua prima retrospettiva ufficiale negli States.
George Condo (Concord, New Hampshire, 1957; vive a New York) è un artista che, sin dai suoi esordi, nei primi anni ’80, si è distinto per il caratteristico stile immaginifico e provocatorio attraverso la propria declinazione del linguaggio della pittura tradizionale.
La mostra newyorchese conta più di 80 lavori, fra dipinti e sculture, ed è suddivisa su due piani del New Museum con un ordine rigorosamente tematico e non cronologico. Il contributo di Condo all’allestimento appare evidente sin dall’inizio, con un impatto fortemente teatrale: uscendo dall’ascensore al quarto piano – dove inizia l’esposizione – ci si trova immediatamente di fronte a un’intera parete coperta, dal pavimento al soffitto, da circa 50 ritratti di differenti misure e stili. E si è quasi tentati di cadere nella trappola di ricercare in ognuno l’illustre riferimento, in un gioco didascalico che ricorda fin troppo da vicino il passatempo della Settimana Enigmistica, “Trova le differenze”. Picasso, Rembrandt, Velázquez, Arcimboldo… Tutti i maggiori maestri sono citati in questa straordinaria installazione, che in realtà comunica proprio la peculiarità della ricerca che Condo ha portato avanti durante l’intero corso della sua carriera, ovvero la manifestazione di uno stato mentale attraverso la fisionomia umana.
Alcuni personaggi sono riconoscibili, come la regina Elisabetta II (The insane Quene, 2006) dall’occhio di vetro, altri sono gli ipotetici soggetti degli artisti sopraccitati: The Italian girl (2002) ritratta con un collo alla Modigliani, Memories of Picasso (1989) o Memories of Rembrandt (1994), dove sono fedelmente riportati i colori e il mood dell’ultimo autoritratto del maestro olandese, ma viene stravolta la fisionomia lasciando soltanto gli occhi sbarrati su un volto che di umano ha ben poco.
Con una teoria di una dozzina di sculture si chiude la prima sezione della mostra, “Portraits”; le tre successive, “Pathos”, “Mania” e “Abstraction” sono ospitate al piano inferiore. “Pathos” e “Mania” raggruppano i lavori che più candidamente sembrano ispirati alle allegorie medievali, quasi una raffigurazione di vizi e virtù umane attraverso dei “tipi”. Ma l’allegoria utilizzata da Condo ha perso la funzione esemplare e moralizzante che la distingueva nel Medioevo: l’artista è più vicino che mai ai vizi e alle debolezze umane, che rappresenta ad esempio in Uncle Joe (2005), uomo mezzo nudo e sdraiato ubriaco sull’erba, The return of client n. 9 (2008), una coppia clandestina beccata in flagrante e prontamente punita, o The nude homeless drinker (1999), una scena tristemente attuale per le strade di New York.
Nell’ultima parte della mostra, “Abstraction”, Condo abbandona il ritratto e gioca con i confini che separano astratto e figurativo in undici quadri di grandi dimensioni per tornare sul leitmotiv di tutta la mostra, ovvero la raffigurazione di uno stato mentale, affermando che “le opere figurative sono il corpo dell’artista mentre le opere astratte sono i suoi pensieri”. E con lo stato mentale di Gorge Condo si conclude questa straordinaria ed esaustiva mostra sull’opera di un artista mai abbastanza conosciuto; la sensazione è quella di aver trascorso un pomeriggio al luna park e di aver incontrato il clown, la donna cannone e l’uomo elefante. Ma soprattutto di aver visto dentro i loro occhi la tristezza e un disperato, ultimo grido d’aiuto.
Emanuela Bernascone
dal 26 gennaio all’8 maggio 2011
George Condo – Mental States
New Museum
235 Bowery – 10002 New York
Orario: mercoledì ore 11-18; giovedì ore 11-20: da venerdì a domenica ore 11-18
Ingresso: intero $ 12; ridotti $ 10/8
Catalogo Hayward Publishing
Info: [email protected]; www.newmuseum.org
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