Al ghetto ebraico di Roma. Con Francesca Woodman
Alla libreria-galleria Il Museo del Louvre, la Woodman irrompe con quella spasmodica ricerca di se stessa attraverso il corpo. Le fotografie, e i carteggi, in mostra fino al 19 giugno.
Stupiscono sempre, gli scatti di Francesca Woodman (Denver, 1958 – New York, 1981). Il tormento e la bellezza dell’incomprensione si dispiegano sulle pareti, attraverso l’incalzante sequenza di fotografie che raccontano una vita rapida, fatta di silenzi ed enigmi irrisolti. I carteggi in esposizione svelano, inoltre, un netto contrasto fra l’inquieto e un’apparente gioia di vivere. Una Woodman, dunque, che si divide fra due identità insondabili e sorprendentemente diverse. Riprende vita nei suoi scatti, con quella mimesi continua con l’universo, il circostante. L’incessante riproposizione del suo corpo lascia quesiti aperti che questa mostra, piccola ma potente, ripropone con un’insolita combinazione, offrendo un corpo rappresentato a metà, lasciato sospeso fra l’essere e il sentire.
Alessandra Fina
Roma // fino al 19 giugno 2011
Francesca Woodman – Photographs 1977-1981
a cura di Giuseppe Casetti
www.ilmuseodellouvre.com
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