
Runo Lagomarsino (Lund, 1977; vive a San Paolo), che vedremo al Padiglione Danimarca della Biennale, riconduce il potere coloniale a una dimensione intima. La firma di Francisco Pizarro, che diede inizio alla colonizzazione del Sudamerica senza saper né leggere e né scrivere, invade gli spazi bolzanini astraendosi in elemento decorativo ripetuto sulle pareti rosa della galleria. Simbolo dello strappo di una civiltà secolare per un Nuovo Mondo modellato da una visione eurocentrica e progressista.
La fiducia nella ragione dell’architettura modernista del Parco Ibirapuera di Oscar Niemeyer mostra il suo lato oscuro quasi per contrappasso in 27 diapositive delle crepe del Marquise do Parque. A voler rivendicare un’identità violata, assumono la forma del Sudamerica. In The G in Modernity Stands for Ghosts in una scatola bruciano le terrae incognitae del Pianeta, quelle mai abitate o esplorate, mai raggiunte dalla sete di dominio. Il Non-Mondo.
Antonella Palladino
Bolzano // fino al 4 giugno 2011
Runo Lagomarsino – Violent Corners
a cura di Luigi Fassi
www.argekunst.it
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