Le calde ombre di Suhumi
Mentre prosegue la mostra dedicata a John McCracken, uno dei maestri del Minimalismo statunitense – scomparso proprio in corso di svolgimento della sua personale – oggi al Museo d’Arte Contemporanea del Castello di Rivoli apre i battenti A Neon Shadow, un’ampia rassegna dedicata alla poliedrica produzione artistica di Andro Wekua. Ovviamente Artribune l’ha vista in anteprima.
La mostra di Andro Wekua (Suhumi, Georgia, 1977; vive a Zurigo e Berlino), intitolata Neon Shadow e ospitata al Castello di Rivoli fa parte di un progetto realizzato in collaborazione con la Kunsthalle Wien di Vienna e la Kunsthalle Fridericianum di Kassel, che allestiscono rispettivamente le mostre Never Sleep with a Strawberry in Your Mouth (titolo del film visibile a Rivoli e presente alla prossima Biennale di Venezia) e Pink Wave Hunter.
Il progetto, realizzato da Wekua appositamente per il Castello, è tanto variegato che avrebbe potuto avere i titoli più disparati, ma la presenza persistente delle ombre del passato è l’innegabile filo conduttore della mostra. Le installazioni, le iperrealistiche sculture in cera, le tele astratte, i collage e le immagini in movimento che compongono l’allestimento curato da Andrea Bellini sono tutti sintomi della vastità creativa ed espressiva di un artista che, seppur giovane, è capace a dar vita a oggetti vibranti, coinvolgenti e a tratti inquietanti, come nel caso della scultura Untitled 2010-2011, che ritrae una ragazzina bionda seduta su una sedia, vestita solo di un paio di scarpe da ginnastica argentate e di una canottiera nera traforata, nel mezzo della quale campeggia un volto con gli occhi e la bocca rilassatamente chiusi, una maschera mortuaria dalle livide tinte azzurre e violacee.
L’impressione di realismo è sconvolgente e la posizione della figura della ragazzina, rassegnata e con la testa lievemente chinata in avanti, gli occhi chiusi, le dita serrate l’una all’altra e contemporaneamente protese mollemente lungo i freddi bracci d’alluminio della sedia, restituiscono nello spettatore la commovente sensazione di aver di fronte un personaggio in preda a un profondo lutto, marchiato dall’ombra della morte. La stessa sensazione persiste di fronte al pannello di rame Untitled 2010, anch’esso macchiato della presenza di una maschera mortuaria dalle labbra tinte di rossetto.
Paradossalmente, sono lavori evocativi e caldi anche le installazioni al neon, ma a vivere ancor di più di quello che William James definiva “un calore di intima unione” sono i collage e, soprattutto, le già citate sculture in cera di bambini e adolescenti che, come ha suggestivamente evidenziato il direttore del castello, Andrea Bellini, “sembrano provenire da una zona remota del sogno e del trauma”. Questa zona remota è Suhumi, la città natale dell’artista, il cuore stesso della mostra, che si materializza nel modello architettonico ispirato a un edificio realmente esistente che fa parte del panorama di quel luogo che Wekua si è visto costretto ad abbandonare nel 1990, a soli tredici anni.
Tutte le opere in mostra sono un omaggio alla città georgiana. Sono i suoi abitanti e i suoi spiriti che rivivono attraverso le forme più disparate della manipolazione dell’artista e trasbordano tutta l’intimità che lo lega al suo passato.
Andrea Rodi
dal 2 maggio al 4 settembre 2011
Andro Wekua – Neon Shadow
a cura di Andrea Bellini
Castello di Rivoli
Piazza Mafalda di Savoia – 10098 Rivoli (TO)
Orario: da martedì a venerdì 10-17; sabato e domenica 10-19
Ingresso: intero € 6,50; ridotto € 4,50
Libro d’artista disponibile
Info:tel. +39 0119565222; [email protected]; www.castellodirivoli.org
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati