Dopo aver immaginato la casa del futuro in Mali ed esorcizzato il big one californiano, Neïl Beloufa (Parigi, 1985) è entrato negli spazi industriali della Galleria Zero… lasciando (e, in certi casi, quasi nascondendo) tracce ovunque: ha trasformato un calorifero in un elefante, ha appeso fotocopie e colate di gesso, ha costruito tableaux vivants (un gruppo di amici al bar, un uomo davanti alla tv, la prima vista su New York…) riportandone i volumi essenziali attraverso blocchetti di compensato colorati e altri materiali di recupero, poi ha delimitato il sito dipingendo green screens. Come in Kempinski, l’arte di Beloufa resta tra i poli attrattivi dell’architettura e della jungla, dello spazio organizzato e diviso in ambienti da un’intelligenza razionalizzante e del percorso meraviglioso attraverso un ammasso di oggetti misteriosi. Sempre con lo spirito giocoso del bambino che si diverte a fabbricare scene e libere associazioni giustapponendo solidi e disegni.
Alessandro Ronchi
Zero… e i nuovi distretti milanesi
Milano // fino al 14 giugno 2011
Neïl Beloufa – Changes of administrations
www.galleriazero.it
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