Quando Udine guarda a levante
Diamo uno sguardo sul festival di cinematografia del lontano est più grande d’Europa. All’insegna delle italianissime corna per esorcizzare la sua 13esima edizione. È il Far East Film Festival, in sala - e non solo - in quel di Udine, fino al prossimo sabato.
In questi giorni Udine ha perso il caratteristico charme altoborghese da capitale della piccola patria per essere invasa da una miriade di cosplayer e appassionati di cinematografia orientale. Tutta la città partecipa alla 13esima edizione del FEFF – Far East Film Festival: il corso invaso dal mercato orientale, gli aperitivi e i dj set di celebri musicisti, e per dieci giorni la città friulana si tinge di giallo.
Gli eventi artistici e culturali però sono solo il contorno di un festival non trascurabile per affluenza di pubblico e partecipazione di Paesi, con ben 87 pellicole proiettate nell’arco dei dieci giorni di rassegna.
Il progetto è promosso e sviluppato dal CEC – Centro Espressioni Cinematografiche, che lavora alacremente sul territorio per promuovere il cinema di qualità e mantiene una delle sale d’essai più importanti della regione, il Visionario, che è anche una delle due sedi di proiezione del festival.
Le nazioni in gara – a contendersi il premio da 25mila dollari offerto dalla Technicolor Asia di Bangkok – sono Cina, Hong Kong, Corea del Sud, Giappone, Filippine, Thailandia, Indonesia, Taiwan, Singapore, Vietnam, Mongolia e Malesia. Le stesse che sgomitano per ricevere il Morâr d’aur (Gelso d’oro) in palio per il film più apprezzato dal pubblico, oltre a una vasta gamma di premi minori. L’albero del gelso è stato scelto come simbolo dell’incontro fra le culture e l’assegnazione dei premi avverrà il prossimo sabato.
All’interno del festival si svolgono inoltre due rassegne interessanti anche per i non addetti ai lavori, quella sul cinema comico (Asian Laughs!) e quella sul cinema erotico asiatico (Pink Wink), che trovano il favore di un vasto pubblico.
Al traino del Far East è stata inaugurata, sempre al Visionario, la personale di Yuichi Yokoyama (Miyazaki, 1967; vive a Tokyo), uno dei massimi esponenti del mangaka giapponese, che avrà la sua consacrazione in ottobre al Centre Pompidou di Parigi. I suoi fumetti non hanno nessun riscontro con l’idea classica del manga ridondante ed eccessiva. Il lavoro di Yokoyama è asciutto e concreto, più simile all’idea estetica di Yoshitomo Nara quando mostra i suoi personaggi in momenti di crisi, ma contaminato da una vena metafisica e astratta. Questa mostra in particolare è dedicata al concetto di viaggio e, con i suoi riferimenti al dinamismo robotico, vuol essere un omaggio all’elogio futurista della macchina.
Infine, uno sguardo al design e alla beneficienza con il progetto FEEF for Japan: grazie al logo disegnato da Guido Scarabottolo, sarà possibile donare alla Civic Force giapponese il ricavato della vendita delle festival bag. Belle ed essenziali, assolutamente un must have.
Chiara Di Stefano
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