Padova a Corte. In quel fruscio di ali su
Prima, durante e dopo... ma soprattutto Guariento, pittore di corte nella Padova trecentesca, tra i suoi celebri angeli e i dipinti per la devozione privata, fino ai pallidi resti del grandioso Paradiso di Palazzo Ducale di Venezia. Ma tutta la città è coinvolta nella ricostruzione ideale di un “momento d’oro”, il XIV secolo. La celebrazione fino a fine luglio.
In apertura Giotto, in chiusura Antonio Vivarini. Nel mezzo, Guariento (Piove di Sacco, 1310-1370) e tutti i pittori che ne hanno anticipato i modi o seguito gli insegnamenti, in una mostra che ricostruisce l’intero percorso pittorico dell’artista trecentesco, attraverso un ricco sistema di rimandi e confronti agli ambienti culturali contemporanei. Gli anni sono quelli del passaggio tra un linguaggio geniale ma ancora arcaico – quello di Giotto – e il moderno, prezioso e affascinante gotico internazionale: le figure si allungano, le stoffe si ricamano d’oro, compaiono i primi ritratti dei committenti e gli angeli diventano modelli di eleganza e raffinatezza. Quell’eleganza e raffinatezza che, fra una guerra e l’altra, sapevano esprimere le grandi corti dell’Italia settentrionale: fra tutte, quella dei da Carrara, signori di Padova.
Marta Santacatterina
Padova // fino al 31 luglio 2011
Guariento e la Padova carrarese
a cura di Davide Banzato, Francesca Flores d’Arcais e Anna Maria Spiazzi
Catalogo Marsilio
www.mostraguariento.it
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