È un procedere ritmico, un’oscillazione dello sguardo, una visione del mondo enigmatica in cui perdersi senza ritrovarsi quella messa in scena da ZimmerFrei al Museo d’Arte Moderna di Bologna. Curata da Stefano Chiodi, l’esposizione Campo | Largo ripercorre l’attività decennale del collettivo – nato nel 2000 nel capoluogo emiliano e composto da Massimo Carozzi, Anna de Manincor e Anna Rispoli – presentando una selezione di lavori e alcune opere realizzate appositamente per il museo.
In un dialogo costante tra linguaggi differenti – dal video alla fotografia, dall’installazione agli ambienti sonori – ZimmerFrei rende visibili le dinamiche sommerse di una contemporaneità non lineare, che solo uno sguardo mobile, instabile, eccentrico può tentare di cogliere. Una contemporaneità in cui affiorano come fantasmi vecchi dispositivi meccanici che trovano spazio accanto a supporti e tecniche digitali, regalandoci piccole epifanie.
Dopo aver raccolto l’invito a sbirciare all’interno del museo attraverso lo spioncino di ZimmerFrei – Le stanze sono libere, iniziamo il percorso con la serie Panorama, in cui i video delle città di Roma, Bologna, Atene, Amburgo, trasmessi in contemporanea su quattro monitor distinti, mischiano le suggestioni dei ciclorama pre-cinematografici con le sinfonie urbane delle avanguardie di inizio Novecento. Il piano-sequenza circolare, compresso con la tecnica del time-lapse, rivela così una fitta rete di relazioni che segnano piazze, quartieri e periferie cittadine.
La stessa rete sembra materializzarsi e calare sopra di noi in Radura, la grande installazione centrale, baricentro dell’intera esposizione, circondata dalle note rarefatte di un carillon sulle quali approdiamo in un tempo sospeso tra passato e immaginario, dove il 3d è quello di dispositivi stereoscopici con tracce sonore nascoste (What we do is secret) e le relazioni di potere affiorano da conversazioni private impresse in nastri magnetici (Senza Titolo [di un dio minore]).
Un’immersione in storie invisibili che ritorna nel video-ritratto LKN Confidential, in cui la decadenza di una strada di Bruxelles si racconta attraverso gli spazi privati dei negozi, così come nelle due serie fotografiche I giorni del cane e Tomorrow is the question: qui i paesaggi delle estreme periferie di Roma e New York lasciano trapelare zone d’ombra, contraddizioni, anacronismi. Compiamo un ultimo giro intorno alla grande fotografia double face Fino all’orlo colmi di figure e poi torniamo al presente: dentro le tasche un invito all’esplorazione e alla scoperta del mondo.
Giulia Simi
Bologna // fino al 28 agosto 2011
ZimmerFrei – Campo | Largo
a cura di Stefano Chiodi
www.mambo-bologna.org
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