Lei, Xenia Hausner (Vienna, 1951), è pittrice di successo e figlia d’arte; vive a Berlino ed è dedita soprattutto al ritratto. C’è spesso, nei suoi dipinti dai colori puri e vividi, la cifra di una propria identificazione, personale e confidenziale, in un contesto di volti femminili, sguardi, tensioni, vibrazioni emotive. O frammenti autobiografici in cui però la narrazione stenta a dispiegarsi.
Qualche anno fa, l’effetto concavo-convesso dei sentimenti in gioco si rifletteva negli occhi limpidi della protagonista di un dipinto che l’artista incorniciava in un titolo tanto liberatorio quanto intimamente insostenibile: Dico addio ai miei ricordi. Oggi torna, argutamente, sui suoi passi con Il senso della famiglia (Familiensinn), un ciclopico “affresco” en plein air, una installazione non proprio estranea alla sua doppia formazione accademica – Vienna, Londra – e al debutto professionale ad alto profilo nel campo della scenografia teatrale.
In uno sterminato involucro di 4.000 mq che avvolge i quattro lati del Ringturm, un perfetto parallelepipedo verticale (sede della VIG, la compagnia assicurativa promotrice dell’evento), Xenia Hausner imprime e ingigantisce un istante ideale e giocoso di vita familiare, perfetto per un clic fotografico o un filmino domestico da collocare nel cassetto dei ricordi. Un lato è tutto dedicato a una adolescente che sembra ricordare la giovane Rosemary di Scott Fitzgerald in Tenera è la notte, nell’istante topico della sua apparizione, i cui capelli esplodono “in riccioli e onde e bioccoli biondo cenere e oro”. Seguono, nella figurazione, membri della famiglia dalla presenza imponente e dal volto in maschera, figure frontali trapassate in un’identità simbolica potenziata.
Figure che restano immobili, aggrappate a un istante gaio della loro esistenza affettiva. Al tempo stesso e paradossalmente, però, è proprio la smisurata estroflessione pittorica di quel ritratto di famiglia, un non plus ultra figurale, ad annullare il pathos di quell’intimità familiare a favore della sua messa in scena mediatica, una sorta di psicodramma iperreale, da consumare e “godere” collettivamente.
Franco Veremondi
Vienna // fino al 15 settembre 2011
Xenia Hausner – Familiensinn
www.vig.com
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