Nella girandola di inaugurazioni della settimana calda di Roma, Federica Schiavo punta tutto sul trentacinquenne lombardo Andrea Sala. Per la seconda volta negli spazi di piazza Montevecchio, fino al 12 novembre.
L’arte è un lusso che, evidentemente, ci possiamo ancora permettere,. La proposta di Federica Schiavo ne è coraggiosa testimonianza; sollevare facili polveroni è pratico, affidarsi alla ricerca – tautologica – è valoroso. Andrea Sala (Como, 1976) pone sulla scacchiera un esercizio di stile che non pecca d’arroganza. Il nome di Piranesi, che aleggia nel comunicato, non è il primo che le opere suggeriscono. Più semplice leggere un certo rigore formale dei bei tempi che furono; ne sia riprova la tavolozza ristretta ai primari additivi e il ricorso alle sole geometrie di quadrato, cerchio e triangolo.
È la materia a riservare le sorprese più piacevoli. Sala declina poeticamente le dissonanze tra la lucida ragione del metallo e l’imprevista matrice del gesso. I lavori orbitano tra ombre e riflessi puntuali, linee rette e confini sdrucciolevoli: un balletto aereo e castissimo.
Luca Labanca
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Luca Labanca
Luca Labanca si muove nel 2006 da Varese a Bologna per iniziare il percorso di studi del DAMS, curriculum Arte. Negli anni di residenza bolognese collabora stabilmente col bimestrale d’arte e cultura ART Journal, contemporaneamente idea e sviluppa progetti ed…