Un’anziana signora dai capelli bianchi sorride, raccontando come tutti i suoi conoscenti, di ritorno da un viaggio, le portino un souvenir, conoscendo la sua passione collezionistica e la sua impossibilità a viaggiare. È Elizabeth Blackadder (Falkirk, 1931), alla quale la Scottish National Gallery dedica una retrospettiva che permette, in sei sezioni, di ripercorrere le tappe della sua lunga carriera artistica.
La mostra è concepita secondo un criterio cronologico, con approfondimenti tematici sui soggetti più cari alla Blackadder, ossia la cultura giapponese e la botanica; passioni che si rivelano nella scelta dei soggetti e nei rimandi agli erbari e alle stampe orientali.
Nelle grandi sale dalle pareti color pastello si susseguono prima i dipinti degli anni giovanili, caratterizzati da colori cupi e da memorie di un viaggio di formazione fra Italia, Grecia ed ex Jugoslavia, poi le grandi tele dai toni vivaci, le cui superfici perdono progressivamente di profondità per riempirsi, soprattutto a partire dagli anni ‘60, di oggetti disparati, di difficile identificazione, la cui relazione reciproca è nota solo all’artista. Le nature morte e le scene d’interni sono uno dei segni distintivi di Elizabeth Blackadder che, nel corso del tempo, ha dimostrato la capacità di padroneggiare tecniche differenti e di interpretare il reale rimanendo distante da un naturalismo pedissequo.
Marta Cereda
Edimburgo // fino al 2 gennaio 2012
Elizabeth Blackadder
www.nationalgalleries.org
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