Mostra fai-da-te. La libertà concessa da Baruzzi
Lascia la galleria ai piani alti e si tiene solo la “Sponda” nei seminterrati. Ma, così facendo, Fabio Tiboni a Bologna ha uno spazio caratterizzato e piacevole in area MAMbo. Se poi allestisce mostre come quelle di Baruzzi, aperta fino al 12 novembre…
È consapevole del fatto che, una volta uscita dallo studio, l’opera non appartiene più all’artista. Riccardo Baruzzi (Lugo, 1976) lo dice con un tono malinconico, che non è la rabbia di un Artaud né il cinismo di Duchamp, anche se son loro che per primi, nella modernità ormai trascorsa, hanno capito quanto Baruzzi sostiene. Cosa fa allora il romagnolo? Dipinge due serie di lavori, l’una più materica, l’altra più flat. E soprattutto costruisce una sorta di raccoglitore portatile ove riporle. Ci pensi il gallerista, e poi il collezionista che acquista il pacchetto completo (una serie + un raccoglitore), ad allestire. A suo gusto, o intonando dipinti e colore della tovaglia. Ché l’opera si completa grazie al fruitore. Ma solo se alle spalle c’è una chiarezza concettuale e un tocco pittorico che vale lo sforzo. Ed è il caso di Baruzzi.
Marco Enrico Giacomelli
Bologna // fino 12 novembre 2011
Riccardo Baruzzi – Zugwang
a cura di Antonio Grulli
FABIO TIBONI / SPONDA
Via del Porto 52a
051 6494586
[email protected]
fabiotiboni.it
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