Curioso contrappunto è quello che vivono gli spazi del Castello di Rivoli: le sontuose sale del corpo principale ospitano l’algida ruvidezza dell’Arte Povera, in una delle principali tappe del mega-progetto celantiano; la Manica Lunga – spazio assai più “white cube” – accoglie una retrospettiva dell’opera coloratissima ed ellittica di Luigi Ontani (Grizzana Morandi, 1943; vive a Roma). Un piacevole stridore nell’accoppiata spazio/artisti, dunque, ma anche una lezione di storia dell’arte e filosofia della storia. Per dirla semplicemente: nel museo c’è la Storia dell’arte, nella Manica Lunga c’è un artista contemporaneo. Checché ne dicano Sgarbi o Jean Clair (“ogni artista vivente è contemporaneo”), a Rivoli si tocca con mano quanto possa essere volubile il concetto di attualità.
La personale, anzi la retrospettiva, di Ontani è ben studiata. Meno “carica” di quella allestita al MAMbo di Bologna nel 2008, non satura lo sguardo dopo pochi passi (che è il rischio corso da chi non ama particolarmente lo sfavillio e il fiabesco eccesso che percorre ogni opera di Ontani). Ciononostante, permette di cogliere la straordinaria coerenza della parabola dell’artista emiliano, a partire dagli Anni Settanta fino agli Anni Zero, con opere storiche e inediti realizzati per l’occasione e ben riconoscibili nel loro riferirsi a Torino; e ancora alcuni lavori visti assai di rado, come Millearti (1985), il “millepiedi” in cartapesta che attira sin da subito l’attenzione del visitatore.
Allestimento ben calibrato, si diceva, che ci auguriamo sia riproposto – con i debiti adattamenti – quando la mostra sarà esportata alla Kunsthalle di Berna la prossima primavera. E che termina con un pannello, ma non di quelli solitamente utilizzati a questo scopo, ma colorato e forato, dove guardare i vari Napoleone in sedicesimo, e soprattutto la mostra attraverso una prospettiva nuova.
Al di là del pannello, vivono le scatole: la personale di Ontani, infatti, fa da scenario per un ciclo di mostre/presentazioni affidate a una serie di personaggi della cultura (l’esordio è stato affidato ad Andrea Cortellessa) che, per l’appunto, fanno “vivere” alcune opere solitamente relegate nel magazzino del museo. Dialogo quindi fra ambiti diversi, fra opere diverse, fra una sorta di collettiva temporanea e la personale, e poi ancora con le personali successive (dopo Ontani sarà la volta di Piero Gilardi) e con gli incontri che le affiancheranno. Un progetto – di questi tempi non è superfluo sottolinearlo – a costo zero per il museo, anche grazie allo sponsoring del Gruppo Pernod Ricard.
Marco Enrico Giacomelli
Rivoli // fino al 20 novembre 2011
Luigi Ontani – RivoltArteAltrove
a cura di Andrea Bellini
CASTELLO DI RIVOLI
Piazza Mafalda di Savoia
011 9565222[email protected]
www.castellodirivoli.org
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