Tela, lino, carta di cotone, cartone, legno, masonite. Una varietà infinita di possibilità, una serie interminabile di possibili traduzioni del concetto di pittura. E poi acrilico, olio, tempera, pastello, oilstick. Nessuna novità, la Bad Painting degli anni ‘80 è un predecessore eminente in quanto a tecniche estremizzate e materiali inconsueti. Il progetto Altered Translation – al suo primo appuntamento – ci fa tornare in mente proprio quel tipo di pittura, quella che nasce dallo stomaco e si butta senza filtri sul primo supporto che capita.
Luca Bertolo, Radu Comşa, Pesce Khete e Thomas Schroeren sono in mostra con lavori che “sporcano” lo spazio espositivo, invadono oggetti, rompono i margini, sconfinano tra supporti bidimensionali e oggetti d’arredo. Tutti lavori recenti, dagli Austrian Painter di Bertolo, che riportano a una dimensione solo apparentemente più “classica” del mezzo pittorico, al semplicissimo ed efficace Senza titolo di Khete che, stendendosi sulla parete in un movimento morbido, ingloba come per magia tutto ciò che ha intorno.
Giulia Pezzoli
Bologna // fino al 26 novembre 2011
Altered Translation
Viale Pietramellara 4/4
051 552462[email protected]
www.carprojects.it
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati