Una bella manciata di artisti lombardi, molti lavori nuovi, un tema attuale: le premesse ci sono tutte perché una mostra come quella presentata allo Spazio Oberdan possa rappresentare un momento alto della programmazione culturale milanese. In realtà, a fine percorso, si ha la sensazione di un’occasione mancata; perché se la locandina ci fa brillare gli occhi grazie a nomi altisonanti come quelli di, per esempio, Loris Cecchini (Milano, 1969), Alberto Garutti (Galbiate, 1948) e Mario Airò (Pavia, 1961), all’interno queste “architetture surreali” – come le definisce il curatore Mimmo di Marzio – “create per far interagire lo spettatore con uno spazio fisico e mentale”, sembrano troppo deboli, poco credibili, sospese come sono fra il “già visto” ed una poetica di maniera. Complice anche, va detto, un allestimento fiacco, viziato dal grigiore della moquette da ufficio di queste sale.
Max Mutarelli
Milano // fino al 29 gennaio 2012
Quelli che restano
a cura di Mimmo di Marzio
SPAZIO OBERDAN
Viale Vittorio Veneto 2
02 77406302
www.provincia.milano.it/cultura
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