All’Ex Elettrofonica di Roma, ancora qualche giorno per godere della prima mostra italiana del portoghese Rui Toscano. Indovina chi? Il gioco è semplice: tra i mille riflessi dell’evento, chi è quello mancante?
Lo spazio concepito da Federico Bistolfi e Alessandra Belia è proprio chic. Il vino è al fresco, il video c’è e non manca nemmeno la piccola installazione. Certo è che l’allestimento è impeccabile. Un altro bicchiere di vin rouge. Eppure la sensazione è netta, sembra proprio che qualcosa manchi. Non conoscevo l’Ex Elettrofonica prima della mostra di Rui Toscano (Lisbona, 1970), non conoscevo i suoi interni perfetti, non li conoscevo ma combaciano ormai nella memoria con l’immagine di quella sera. Eccolo il grande assente; non la vertigine e nemmeno il brivido. Il fendente mancante è della poesia svaporata tra le maglie dei testi dei critici. The Great Curve non è un oggetto scultoreo, è una promessa violata, la serie The Olbers Paradox e The right stuff non sognano e non sudano e Planeta Vermelho ha il solo gusto del vintage. Dov’è Omero, dove Ulisse? Il grande assente è l’uomo.
Luca Labanca
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Luca Labanca
Luca Labanca si muove nel 2006 da Varese a Bologna per iniziare il percorso di studi del DAMS, curriculum Arte. Negli anni di residenza bolognese collabora stabilmente col bimestrale d’arte e cultura ART Journal, contemporaneamente idea e sviluppa progetti ed…