Un’unica grande parete trasformata in pavimento. Così Vittorio Messina (Zafferana Etnea, 1946) presenta la sua “poetica delle cose”, distinte dai semplici oggetti d’uso perché “dotate di una storia”. E dall’immobilità dell’installazione, la dimensione temporale emerge nell’accostamento di cose “nuove” e “vissute”; il particolare, affrancandosi da ogni imposta “globalità”, diviene guida nella percezione dell’“abbagliante apparenza del reale”. Splendidamente adatto allo scopo, il piccolo locale immerge il visitatore in una luce diffusa che disorienta, ma offre anche straordinaria chiarezza di visione. Solo un poco delusi lascia l’effettivo spessore filosofico dell’opera, presentata in termini certo suggestivi (“teleologia dell’indeterminazione”, “passione tautologica”), ma che paiono forse un gioco d’astuzia, un abile confondere le carte.
Simone Rebora
Firenze // fino al 6 febbraio 2012
Vittorio Messina – Transiti e Dimenticanze
ALESSANDRO BAGNAI
Via del Sole 15/r
055 6802066
[email protected]
www.galleriabagnai.it
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