David Tremlett. Monumentale a Londra
Alla Tate Britain di Londra, fino al 31 dicembre 2016, il monumentale wall drawing di David Tremlett per il “libero pensiero”. Ecco alcune immagini del progetto e, in esclusiva per Artribune, le dichiarazioni dell’artista, del filosofo John Haldane e di Penelope Curtis, direttrice del museo.
L’artista inglese David Tremlett (Sticker, 1945) ha concepito, per oltre quattro decenni, progetti di grande profondità sperimentale. Drawing for Free Thinking, realizzato sui muri della scalinata Manton della Tate Britain, è probabilmente uno dei lavori più straordinari del suo percorso; sintesi tra la planimetria del museo e la sua spazialità volumetrica, istinto del colore e capacità immaginativa. Sapiente ed equilibrata regia compositiva.
Artista-viaggiatore, ha esordito con opere di matrice “ambientale” – si pensi a The Spring Recordings, installazione sonora che riproduce i suoni della campagna inglese, presentata nella galleria di Konrad Fischer a Düsseldorf nel 1972 (anno in cui è invitato da Harald Szeemann alla Documenta 5 di Kassel) – e a una personale forma di pratica concettuale vicina al Minimalismo, come nell’essenziale Drawing in 21 Parts (1976), segni neri, scarnificati, volti a riprodurre un paesaggio naturale e mentale, trasfigurato dal ricordo. Negli Anni Settanta affronta un lunghissimo viaggio dall’Inghilterra all’Australia, in autostop e con mezzi di fortuna, attraversando i territori dell’Eurasia e i colori, le forme, gli odori di luoghi, culture, popolazioni diverse. Esperienza e memoria, spazio e tempo.
Il “wall drawing” è diventato uno strumento caratteristico della sua azione creativa; pastelli colorati strofinati a mano direttamente sul muro, metafora della volontà di lasciare un segno, un contatto, una traccia del suo pensiero. Fusione di architettura e natura, spazio interno e spazio esterno. Negli Anni Ottanta e nei primi Novanta, durante importanti viaggi in Africa, esegue alcuni wall drawing su edifici abbandonati che lo avevano particolarmente affascinato, come Wall Drawing (1981) e Drawing on Derelict Building (1989) in Marocco e Mjimwema Drawing (1990) in Tanzania. Lavori donati al tempo e alla storia, senza commissioni, esposizioni o logiche commerciali. Puro desiderio di espressione e di ricerca. Nel corso degli anni, molti wall drawing – alcuni effimeri, altri permanenti – sono stati realizzati per collezioni private e importanti musei internazionali, luoghi sacri e spazi pubblici. Mirabili le vetrate colorate, sinfonia di luce e forma, disegnate per la chiesa di Saint Pierre et Saint Paul a Villenauxe-la-Grande in Francia (2004-05).
Il progetto per la Tate Britain, inaugurato nel settembre del 2011, si estende per circa 470 mq e sarà visibile almeno fino al 31 dicembre 2016. L’artista, con la semplicità che lo contraddistingue, ha dichiarato: “Una volta ogni tanto arriva l’opportunità di disegnare sui muri di un museo e generalmente la vita dell’opera dura circa un mese, perché il lavoro è associato a una mostra temporanea. I disegni più duraturi sono molto più rari per molteplici motivi. ‘Drawing for Free Thinking’ avrà una durata di cinque anni con la possibilità di sopravvivere più a lungo. Con il contributo di due fidati assistenti di lungo corso e tre nuovi, ma già maturi studenti, tutti artisti, il lavoro è stato completato in circa un mese. Si lavorava dieci ore al giorno, sette giorni alla settimana, con grande pazienza e tantissima fatica. La forma del disegno è il risultato di anni di interesse per l’architettura, il trascorrere del mio tempo in tante diverse parti del mondo (in questo caso stavo viaggiando in Giappone) e il desiderio costante di costruire in un qualsiasi spazio specifico una nuova struttura che trasformi i muri o la stanza in arte”.
Il filosofo e critico d’arte John Haldane, esegeta del lavoro di Tremlett da molti anni, ha analizzato l’opera sia sul versante “contemporaneo” sia sul lato “storico”, scrivendo con lucida sintesi: “Nel commissionare a David Tremlett un suo wall drawing per uno dei suoi principali spazi pubblici, la Tate Britain ha stabilito un ponte estetico che la lega alle preoccupazioni internazionali della Tate Modern, dall’altra parte del Tamigi, e si collega alle tradizioni astratte dell’Europa continentale e oltre. ‘Drawing for Free Thinking’ è una celebrazione del potere della geometria e del colore per animare le pareti e gli spazi che essi definiscono. È un segno di speranza in tempi di confusione”.
La genesi del monumentale lavoro è stata possibile grazie alla volontà di Penelope Curtis, direttrice della Tate Britain, prima donna a ricoprire questo ruolo prestigioso, che ha sottolineato la difficoltà architettonica del luogo prescelto e il suo “anonimato” ora vivificato dalle straordinarie qualità “spaziali” tipiche del lavoro di Tremlett, sostenendo: “La Scala Manton della Tate Britain è stata riconosciuta fin dalla sua creazione come uno spazio ‘difficile’. Aveva una dimensione monumentale ma in qualche modo mancava una qualità monumentale. Quando vidi la mostra dei nuovi wall drawing di David ad Amburgo fui convinta che la loro nuova ‘autorevolezza’ avrebbe potuto misurarsi con lo spazio e contribuire alla sua trasformazione. Quindi gli chiesi”, continua la Curtis, “se avrebbe voluto proporre un progetto. Come speravo, lui ha presentato una soluzione dalla sua famiglia di disegni costruttivisti che usano impianti di colore aperti per creare un piano generale che gira intorno alla tromba delle scale, strutturandola sia in due sia in tre dimensioni. La qualità della ‘calligrafia’ di David funziona anche molto bene con la superficie del muro, che frequentemente in passato sembrava troppo pesante, ma che adesso si presta meravigliosamente bene come un robusto supporto per il colore. Il risultato è un successo assoluto, che riesce ad articolare finalmente la qualità architettonica dello spazio, mostrando la sua somiglianza a un immenso granaio oppure a una basilica, illuminata dall’alto e fungendo come un dipinto che accompagna i nostri visitatori dall’entrata verso le gallerie del piano superiore. Il lavoro sarà presente in questo spazio per cinque anni o forse anche di più e, a quel punto, speriamo di poterlo considerare come un’acquisizione per la nostra collezione”.
La mostra in Germania citata da Penelope Curtis è Drawing Rooms alla Kunsthalle di Amburgo (giugno 2010 – gennaio 2011), che, insieme alla precedente Space Change al Forte di Bard presso Aosta (marzo – luglio 2010), sono state per Tremlett esperienze determinanti per la concezione di nuove soluzioni formali basate su moduli e strutture quadrangolari. Forme pure, semplici e rigorose.
David Tremlett ha sempre vissuto con la libertà e la poesia del viandante solitario; leggendo ancora le sue parole riceviamo una sincera dichiarazione di poetica: “I titoli frequentemente nascono dal nulla; semplicemente ricordi o idee brillanti. ‘Drawing for Free Thinking’ deriva dalla mia insistenza sulla privacy e un certo silenzio. Diversamente che da ‘libero movimento’, ‘libertà di parola’, ‘libero mercato’, ‘vivere libero’ ecc., tutti rintracciabili e registrabili, il ‘pensare’ è privato e non tracciabile; è la nostra libertà di pensiero che è unicamente senza prezzo, cosa ne facciamo di essa è una questione di scelta. Questo disegno è fatto in modo che tutti possano osservarlo, e forse potrebbe far entrare la questione della ‘libertà di pensiero’ nelle nostre riflessioni. Intimamente legato all’architettura dello spazio ‘Drawing for Free Thinking’ genera la domanda: ‘perché è stato disegnato?’”.
Un monumento alla libertà e all’indipendenza dell’arte.
Gaspare Luigi Marcone
Londra // fino al 31 dicembre 2016
David Tremlett – Drawing for Free Thinking
TATE BRITAIN
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