Tutti gli inganni della pittura a Verona
Quante cose si possono dipingere in un quadro? E se poi queste cose vengono capovolte, stravolte, mescolate, a quale esperienza visiva siamo chiamati? Fingendo uno stile elementare, Sarah Verbeek ci introduce in un gioco vertiginoso di illusioni percettive. Alla Galleria Artericambi di Verona, fino al 21 gennaio.
I dipinti di Sarah Verbeek (Amsterdam, 1974) sembrano imitare le convenzioni della pittura amatoriale: sono contaminazioni di pennellate impure ed esecuzioni meticolose, di improvvisazioni gestuali e cure pazienti dei particolari. Tutto quello che lei riesce a mostrare può essere sempre anche un’altra cosa, far affiorare nell’immagine visibile la visione possibile. La sua è una pittura aperta, capace di trasmettere la propria struttura colorata in qualcosa di somigliante a un segno, a una forma, a un emblema. Parlando del suo Isabelle dice: “Le figure sono schiacciate insieme. Si sono dilatate fino al punto in cui non possono più estendersi”. Hanno dato vita a uno spazio paradossale, irraggiante, multiplo. Forse il senso di questi lavori sta proprio nel fatto che colgono “i molteplici stati dell’essere” (soprattutto dell’essere della pittura), alla maniera dei grandi maestri fiamminghi. Lo conferma anche il wall painting in cui Verbeek dipinge un angolo della galleria, con il risultato che l’angolo si rovescia da dentro a fuori, da sprofondo a emergenza, dando l’illusione di un cubo.
Luigi Meneghelli
Verona // fino al 21 gennaio 2012
Sarah Verbeek – Isabelle
ARTERICAMBI
Via A. Cesari 10
045 88403684
[email protected]
www.artericambi.org
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