Il primo consiglio è di visitare – con questa del Guercino “da Cento a Roma”, lungo le eleganti sale al piano terra di Palazzo Barberini, appena inaugurate per le esposizioni temporanee – anche la mostra di Palazzo Venezia, Roma al tempo di Caravaggio 1600-1630. Non solo per l’evidente coincidenza di date (Guercino è a Roma tra il 1621 e il 1623), ma proprio per la possibilità di approfondire – nell’affascinante gioco dialettico del confronto, al di là di ogni polemica – stili, modalità espressive, influenze, originalità. Ricordando poi anche la possibilità di fare ulteriori incontri con il Guercino (Giovanni Francesco Barbieri, Cento, 1591 – Bologna, 1666) in altri spazi romani e, naturalmente, a Cento (eccellente l’idea di dedicare l’appendice del catalogo, con buone schede, alle numerose opere da rintracciare ancora nella Capitale e nel centro ferrarese).
I nuovi spazi espositivi trasmettono ancora un senso di prova, di esperimento: non si avverte un pensiero estetico forte, in dialettica con l’itinerario delle opere. Il direttore della Pinacoteca Civica di Cento, Fausto Gozzi – che nel catalogo cura la parte dedicata alle opere realizzate da Guercino nel suo paese natale – ricorda come Sir Denis Mahon abbia più volte sostenuto il carattere sostanzialmente autodidatta del Guercino: i suoi primi maestri furono infatti capaci di offrirgli solo i primi rudimenti dell’arte. E questo riferimento a Mahon non è casuale: allo studioso recentemente scomparso, che ha dedicato gran parte della sua vita al grande maestro di Cento, è infatti dedicato questo percorso espositivo, potendo ritrovare, nell’attraversare le sale, le influenze di Annibale Carracci e dei ferraresi, immaginando quindi confronti con Caravaggio per l’uso della luce (una ricerca luministica assai diversa, assai meno drammatica), o le diverse scelte rispetto a Guido Reni.
Come sempre per le mostre monografiche, la lettura è interna all’autore – l’attraversamento di diverse “maniere” – e un continuo stimolo interpretativo per accostamenti esterni, per date, temi, viaggi. Guercino si fermerà a Roma solo nel tempo del breve pontificato di Gregorio IV, rifiutando gli inviti ad andare in Inghilterra o in Francia. Le trentasei opere in mostra (più una, che apre la visita: un ritratto del Guercino posteriore alla morte, di fianco Giovanni Battista Manzini) sintetizzano dunque realmente la vita dell’autore, che ritornerà quindi definitivamente alla sua terra.
Molti sono i richiami a Ludovico Carracci per le opere precedenti il soggiorno romano, come per La Madonna che adora il Bambino o La Madonna del Carmine. La piena maturità del periodo giovanile è rappresentata dal San Pietro che riceve le chiavi da Cristo. Di grande interesse – con l’accostamento delle due tele intitolate San Girolamo in atto di sigillare una lettera – il problema dei “doppi” per mano dello stesso artista: sono diverse infatti in Guercino le repliche autografe. Ci sono poi gli accenti magnificamente barocchi di Erminia e Tancredi. Creata dopo il viaggio a Venezia, invece, l’allegoria Et in Arcadia ego, un particolare memento mori tra gli alberi, con due pastori che guardano stupiti il teschio in primo piano.
Il saggio in catalogo di Rossella Vodret approfondisce le questioni legate al periodo romano, inevitabilmente oltre le opere esposte, ricordando la comparazione tra l’Aurora del Guercino (Casino Ludovisi) e quella di Guido Reni; o il Ritratto di Gregorio XV (Malibu, Paul Getty Museum); oppure, ancora, il capolavoro dell’enorme pala con il Seppellimento di Santa Petronilla. Roma ritorna per alcune opere in mostra che, create dopo il ritorno a Cento, si trovano però ora nella Capitale, come il magnifico Ritorno del figliol prodigo, di quieta, potente teatralità, o il Ritratto di Bernardino Spada, che tra le mani regge il disegno della Fortezza di Castelfranco.
Una mostra di pregio, che crea conoscenza reale intorno a Guercino, con l’invito a crearsi quindi una mappa d’altri capolavori del Maestro di Cento, altri itinerari d’indagine: a partire dai possibili parallelismi e raffronti stimolati dalle 140 opere di Roma al tempo di Caravaggio 1600-1630.
Valeria Ottolenghi
Roma // fino al 29 aprile 2012
Guercino 1591-1666. Capolavori da Cento e da Roma
a cura di Rossella Vodret e Fausto Gozzi
Catalogo Giunti
PALAZZO BARBERINI
Via delle Quattro Fontane 13
06 32810
[email protected]
www.galleriaborghese.it
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