Kiefer a Bermondsey. Prima personale alla nuova White Cube

Seconda esposizione alla White Cube Bermondsey. Questa volta, in mostra fino al 26 febbraio c’è la magniloquente visione ermetista di Anselm Kiefer. Con un titolo tutto italiano: “Il Mistero delle Cattedrali”.

La terza sede londinese della White Cube, aperta lo scorso ottobre, dedica la sua seconda grande esposizione ad Anselm Kiefer (Donaueschingen, 1945; vive a Barjac e Parigi).
La nuova galleria si trova a London South. I 310 metri scintillanti dello Shard di Renzo Piano, praticamente completato, svettano sulla città, trasformata in cantiere preolimpico globale.
Dentro, le rovine allucinanti delle nere architetture collassate di Kiefer si divorano il bianco, come una colonia di funghi disgreganti. Si tratta del fungo di una Storia allucinogena (Eliogabalo/Tarahumara: Artaud campeggia in una delle grandi tele) che sempre in Kiefer ritorna, nella ritrazione dello sfacelo fascinante di un’epoca fertile di caos e tracolli mutanti.

1 Anselm Kiefer Il Mistero delle Cattedrali White Cube Bermondsay4 Kiefer a Bermondsey. Prima personale alla nuova White Cube

Anselm Kiefer - Il Mistero delle Cattedrali - veduta della mostra presso White Cube Bermondsay, Londra 2012

Nelle sale delle South Galleries trovano posto venti opere. Grandi quadri e sculture, per una mostra che prende titolo da Il Mistero delle Cattedrali, scritto capitale di Fulcanelli, figura mitica d’esoterista.
La pietra è tutto fuorché impermalente. È magica, trasformativa. Le cattedrali gotiche sono costruzioni sublimi, cariche di simbologie alchemiche. L’alchimia è ricerca della natura delle trasformazioni. Questo il legame con Kiefer, da sempre immerso, nella storia e nella trasformazione, una magia vitale che l’artista osserva e fa, accelerandone i processi.
Ma la cattedrale di Kiefer non può essere la Rouen di Monet, con la sua verità positiva della luce, né la Notre Dame di Hugo, o l’Amiens di Ruskin, che sono sedimentazione storica, pure costruzioni. La sua cattedrale è Tempelhof, il grande scalo aereo berlinese, duomo terribile della religione di Hitler e Speer.
Le opere più impressionanti sono le tele monumentali (da 8 a 17 metri di base) in cui Tempelhof è rappresentato come una rovina immane, l’uomo tragicamente espuntone. Il respiro di questi quadri, che rievocano un paesaggio d’architettura post-industriale, è ampio, tragico e poetico. Materiali diversi sono accorpati, i riferimenti naturalistici infestano il relitto delle attività umane artificiali, in una visione mistica potente. Un’epica dei dissolvimenti sorge dal mescolamento di ferri, piombi, ossidazioni, legni e mattoni, resine, grumi di pitture materiche ed elementi chimici, combinati attraverso i simboli mistici. La putrefazione, la nigredo, è scomposizione delle forze naturali. È il tentativo dell’artista-ermetista di trovare un equilibrio tra l’ordine e il caos, nella trasformazione naturale di ogni cosa.
I grandi quadri, dall’impianto prospettico poderoso, mantengono l’equilibrio (Dat rosa miel apibus; Antonin Artaud Heliogabalus; Il Mistero delle Cattedrali), mentre le sculture (fatta eccezione per le calibrate Alkahest e Merkaba) tendono a generare un’impressione fatale di pesantezza.

Anselm Kiefer Antonin Artaud Heliogabalus 2010 11 a4 1 Kiefer a Bermondsey. Prima personale alla nuova White Cube

Anselm Kiefer - Antonin Artaud Heliogabalus - 2010-11 - courtesy White Cube, Londra - photo Ben Westoby

Quello stesso eccesso di pathos che il quadro, disteso, riesce ad assorbire, traendone la propria identità coerente, la scultura non incorpora e assimila allo stesso modo. Il risultato è supermassivo. Ne risultano alcuni  oggetti decisamente carichi a livello metaforico e grondanti/ridondanti a livello formale, chiusi in una grandiosità centripeta (come l’iconico ieraco/biblosfinge Sprache der Vogel 1998).
Kiefer, da ormai quarant’anni, lavora sul tema dei liquidi superossidanti secreti dal nazismo, la cui esondazione eccede la storia, travalicandola, e invadendo il senso della contemporaneità. Di questa tragedia e del suo arcano egli è coscienza e nemesi.
Ma se, a livello figurativo, questa ricerca avesse portato già i suoi frutti migliori, e il Dono di Dio, che non è una stella di mercurio evocabile, stesse invece offuscandosi nel sommo Kiefer? La trasformazione grigia, avviluppante, poetica e disgregativa, non risulta a  tratti manierista, nei suoi bui neomedievalisti, gravata e gravosa?

Saatchi Gallery Gesamrkunstwerk Jeppe Hein Kiefer a Bermondsey. Prima personale alla nuova White Cube

Jeppe Hein - Saatchi Gallery

Pensiamo allora a New Art from Germany, alla Saatchi Gallery in King’s Road. Questa mostra propone alcuni artisti tedeschi, forti di plastica e colori inesausti, non gravati da carichi di Destino e Profezia. Queste opere, come ha sostenuto Alaister Sooke sulle colonne di The Telegraph, non hanno nulla di epicamente lugubre. Cantano, senza impressionismi, il giorno, e forse la speranza della Germania di oggi, mentre Kiefer ripete la sua ode notturna. Che siano una luce sopra al sepolcro? Che siano essi la nemesi di Kiefer?

Gianluca D’Incà Levis

Londra // fino al 26 febbraio 2012
Anselm Kiefer – Il Mistero delle Cattedrali
WHITE CUBE BERMONDSEY
144-152 Bermondsey Street
+44 (0) 2079 305373
[email protected]
whitecube.com


Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati