Tutta concentrata al piano terra l’attenzione dell’affollato opening dei coniugi Kabakov. Occhi puntati sull’immenso “tappeto” dal moto sinuoso, silente, nascosto. La soglia di un mistero che non si svela nei piani a seguire. A Milano, da Lia Rumma, fino al 3 marzo.
Someone is crawling under the carpet è il titolo della grande installazione che apre il percorso espositivo di Ilya (Dnepropetrovsk, 1933) ed Emilia Kabakov (Dnepropetrovsk, 1945) nella galleria milanese di Lia Rumma. Ed è come l’inizio di una fiaba, densa di simboli e misteri da decifrare. Il nascosto è il tema dominante. Perfettamente eludibile al secondo piano tra i meandri di Evening (parte del poderoso Morning, Evening, Night). Nascosta la trasparenza delle cose. Accessibili solo dettagli, solo accenni. Nascosti i profili di un tutto che va oltre. E in tal senso la struttura dello spazio, sfruttato perfettamente da un allestimento che declina i lavori sui tre livelli, enfatizza l’attesa. Un approdo, soglia dopo soglia, come i “passi”, colti ai limiti del quadro, delle grandi tele della serie In the studio of Totti Kvirini, al primo piano. Tutto è in fase sfuggente, come quel “qualcosa che striscia sotto il tappeto”. In pieno stile Kabakov, la mostra – tra sculture, installazioni, disegni, dipinti – è nell’insieme guidata da un unico filo narrante. E l’altro nascosto non è altro che la percezione dell’utopia. L’idea che tutto possa accadere.
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Caterina Misuraca
Caterina Misuraca nata a Lamezia Terme nel 1976. Vive e lavora a Milano. Laurea all’Università di Bologna in Discipline delle Arti della Musica e dello Spettacolo. Giornalista di cronaca, politica, costume e società. Curatrice mostre d’arte sociale (tra queste: OggettInstabili…