Nove giovani artisti, varie provenienze geografiche (Londra, ma anche Spagna, Svezia, Canada…), un medium (la fotografia, con l’eccezione della brillante videoinstallazione di Greta Alfaro) compongono un discorso a proposito dell’“architettura emotiva” e della struttura come manipolazione volta a straniare l’organizzazione del reale come oggetto dato. Ogni volta attraverso un diverso strumento: ora l’accostamento dada (come i proverbiali “ombrello e macchina da cucire”) di un branco di cinghiali e una torta di compleanno e la registrazione delle imprevedibili interazioni, altrove la circoscrizione dei soggetti alle spettrali serre della tundra svedese. Si va dal collage di elementi evocativi dentro luoghi sinistri e anonimi (Noémie Goudal) al gusto assurdo e illusionistico magrittiano di Chris Engman fino alla traduzione grafica di algoritmi operata da Jessica Eaton. Come fil rouge, un’idea architettonica dell’arte, per cui l’opera esposta è solo l’ultimo stadio della creazione, ovvero della costruzione.
Alessandro Ronchi
Milano // fino al 30 marzo 2012
Ristruttura
a cura di Lorenzo Durantini
PROJECT B
Via Borgonuovo 3
[email protected]
www.projectb.eu
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