Il Goethe Institut di Torino, in occasione del Brecht Camp 2 – sette giorni di manifestazioni artistiche e culturali dedicate al grande drammaturgo tedesco – ha raccolto in una doppia personale gli interventi fotografici incrociati di Eva Frapiccini (Recanati, 1978), torinese d’adozione, che ha documentato la presenza di una donna dal viso avvolto in un’ingombrante maschera antigas tra le rovine e i palazzi ultramoderni di Berlino, e di Franziska Hauser (Berlino, 1975), la quale ha invece cercato le stesse rovine nel capoluogo piemontese, decostruendone l’immagine attraverso sovrapposizioni e ribaltamenti e, al contrario dell’italiana, svuotandole della presenza umana.
Filo conduttore dei due interventi è il rivoluzionario brechtiano Johann Fatzer, vagabondo tanto idealista quanto egoista, che, in costante lotta contro l’inumanità imperante, rovinosamente ne viene fagocitato.
Andrea Rodi
Torino // fino al 4 aprile 2012
Eva Frapiccini e Franziska Hauser – Essere deboli è umano e perciò deve cessare
GOETHE INSTITUT TURIN
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