Sotto l'egida dell'inquietudine, il Museo Pecci rivela, a Milano, nuove opere dalla propria collezione. Tra artisti russi, austriaci, brasiliani, italiani, americani e giapponesi, l'urgenza del limite assume significati diversi e differenti tonalità. Fino al 14 aprile.
Turbolenze - veduta della mostra presso il Museo Pecci, Milano 2012
Lo spazio aperto, ad ampio raggio del Museo Pecci di Milano mette in luce nuovi lavori provenienti dalla collezione del Centro per l’arte pratese. Un’inedita scultura di Vik Muniz, una serie di Buraços del brasiliano Chaves, un reportage della russa Kisseleva, un video iperestetizzante della Colburn e le manomissioni corporali di Wurm emergono dal percorso di 14 opere, riunite sotto il titolo di Turbolenze. Per la seconda volta, dall’inizio dell’anno, l’appuntamento tematizza una selezione di opere appartenenti al museo, definite, solo per questa edizione, come “un’arte mutuata dai fenomeni fisici dei moti disordinati, irregolari, caotici, fuori dalle regole”. Il curatore Stefano Pezzato introduce la mostra come “un registro sensibile dell’inquietudine contemporanea”. Un vero e proprio cammino nel segno formale dell’incredulità e della fisicità.
Ginevra Bria
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Milano // fino al 14 aprile 2012 Turbolenze a cura di Stefano Pezzato MUSEO PECCI MILANO Ripa di Porta Ticinese 113 0574 5317 [email protected] www.centropecci.it
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Ginevra Bria
Ginevra Bria è critico d’arte e curatore di Isisuf – Istituto Internazionale di Studi sul Futurismo di Milano. È specializzata in arte contemporanea latinoamericana.