Tutti i verdi del Cinquecento

Poche opere di Tiziano, tanti paesaggi. Da quelli bucolici ai tramonti, dai giardini alla campagna. Un secolo di pittura veneta all’insegna della relazione tra l’uomo e lo spazio che lo circonda. A Milano, nelle sale di Palazzo Reale, fino al 20 maggio.

Tiziano, inventore del paesaggio nell’arte. È così che il curatore presenta la nuova mostra a Palazzo Reale, che si apre con una lettera autografa dell’artista all’imperatore Filippo II dove, per la prima volta, usa il termine “paesaggio” (e non più solo “paese”), offrendo quindi una nuova dignità all’ambiente naturale in cui si collocano le figure. Dai fondi oro medievali a elementi vegetali o sfondi con qualche veduta, è proprio con il Cinquecento veneto che boschi e fiumi, insediamenti fortificati e skyline urbane, montagne e colline assumono una fisionomia specifica, si collegano alla scena principale e talvolta diventano essi stessi protagonisti dei dipinti.
Scopo della mostra di Palazzo Reale è quello di offrire delle suggestioni sulla nascita del paesaggio moderno nel XVI secolo – con qualche sconfinamento nei decenni precedenti e successivi – attraverso quadri dei maggiori pittori disposti per “affinità tematiche”, senza un preciso ordine cronologico. E nella prima sala ecco comparire Giovanni Bellini, Giorgione, Cima da Conegliano e lui, Tiziano Vecellio, con la Sacra Conversazione della Fondazione Magnani Rocca. Purtroppo, quest’ultima, una delle poche opere esposte del pittore a cui è dedicata la mostra (un altro grande nome come specchietto per le allodole?). Opere che si contano sulle dita di una mano.

228 Tutti i verdi del Cinquecento

Giovanni Bellini - Cristo con cimitero ebraico - olio su tavola di pioppo - 1501-03 ca. - Prato, Collezione Banca Popolare di Vicenza, Galleria di Palazzo degli Alberti

Le sale si snodano in un percorso segnato da titoli di sezioni particolarmente poetici (L’ora del tempo e la dolce stagione, La capacità di guardare e Lo sguardo negato), ma le giustificazioni dei pannelli esplicativi paiono sovrapposizioni un po’ forzate a insiemi di quadri che a volte non reggono la prova del tema. Un esempio su tutti: la Madonna con Bambino di Palma il Vecchio inserita all’interno della sezione sull’Arcadia, per il resto correttamente allestita con soggetti mitologici.
E a metà percorso una sorpresa, piacevole ma per la verità difficilmente giustificabile in un’esposizione marchiata “Tiziano”: la proiezione del film di Pier Paolo Pasolini, La forma della città (1974). Riflessione sì sul territorio contemporaneo, ma non introdotta da un legame forte con i dipinti del Cinquecento.
Alcune sezioni destano tuttavia interesse e focalizzano l’attenzione su aspetti particolari del rapporto tra lo sguardo dell’artista e il territorio: Gli sconvolgimenti del mondo raduna immagini di incendi, disastri, terremoti, mettendo a fuoco paure e pericoli di città poco sicure e di una natura ribelle; proprio il contrario degli sfondi rassicuranti che ritraggono i giardini, la natura domata e modellata dall’uomo. Oppure, ancora, stimola confronti e una riflessione incrociate tra tutte le opere, la messa a fuoco sull’idea diversa di Jacopo Bassano, la sua “attitudine realista” e l’attenzione verso i protagonisti umili della vita quotidiana.

1113 Tutti i verdi del Cinquecento

William Dyce - Tiziano bambino si prepara a fare i suoi primi esperimenti col colore - olio su tela - Aberdeen, City Art Gallery & Museums Collections

La serie di cinquanta opere si conclude con una bizzarra tela dello scozzese William Dyce del 1856 e che ha per soggetto Tiziano bambino si prepara alla sua prima prova di pittura, un omaggio di età vittoriana all’artista che più ha contribuito alla valorizzazione del naturale.
Rispetto alla mostra, il saggio introduttivo al catalogo di Mario Lucco convince meglio nell’impresa di una illustrazione narrativa del paesaggio veneto del XVI secolo, mentre in una logica pensata per il “grande pubblico” il breve viaggio, da Giotto a Francesco Guardi, pubblicato nello stesso volume da Gilberto Algranti, fornisce le coordinate di massima per chi, oltre alle “figure”, dopo questa mostra amplierà forse lo sguardo anche a quanto c’è dietro, al paesaggio.

Marta Santacatterina

Milano // fino al 20 maggio 2012
Tiziano e la nascita del paesaggio moderno
a cura di Mauro Lucco
PALAZZO REALE
Piazza Duomo 12
02 92800375
www.mostratiziano.it

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Marta Santacatterina

Marta Santacatterina

Giornalista pubblicista e dottore di ricerca in Storia dell'arte, collabora con varie testate dei settori arte e food, ricoprendo anche mansioni di caporedattrice. Scrive per “Artribune” fin dalla prima uscita della rivista, nel 2011. Lavora tanto, troppo, eppure trova sempre…

Scopri di più