Pantere in frantumi e aspiranti Gesù
Marcello Maloberti (fino al 3 giugno) e Christian Jankowski (fino al 6 maggio) di scena al Macro per la “prima” dell’era Pietromarchi. Un’analisi della loro partecipazione e una riflessione sul nuovo volto (e sulle potenzialità) del museo di via Nizza
La vera “prima” dell’era Pietromarchi al Macro sancisce la fusione dei due corpi architettonici del museo. Si mirava alla massima fluidità spaziale, il risultato è aver trasformato un complesso disarmonico e con due facce, per quanto era possibile, in un tutto organico. Ora al Macro si potrebbe persino organizzare una mostra collettiva – un po’ pazza forse ma plausibile – in grado di occupare tutte le sale disponibili. In fondo proporre visioni d’insieme è uno dei compiti precipui di un museo d’arte contemporanea, stante la disponibilità di un campo allestitivo più vasto, dunque potenzialmente più osmotico, rispetto a quello mediamente più “coercitivo” tipico delle gallerie.
Risultano quindi più comunicanti tra loro spazi situati agli antipodi in una visita-passeggiata al Macro, come quelli riservati per l’occasione a Marcello Maloberti (Lodi, 1966; vive a Milano e New York) e Christian Jankowski (Gottingen, 1968; vive a Berlino). Di conseguenza diventa più leggibile, ad esempio, il fatto che un’idea di primo piano ritrattistico, sia rintracciabile nell’indagine di entrambi; o che gli effetti “sovversivi” ingenerati dalla presenza degli specchi nelle installazioni-performance di Maloberti concernano pure l’inquadratura-retrovisore che, nel video di Jankowski, rileva pulsioni “umane troppo umane” nei componenti di una giuria sui generis. Corrispondenze che evidenziano le nuove potenzialità espositive del museo, e a maggior ragione per il fatto che gli artisti in questione sono per il resto tra loro assai… lontani.
Nel suo intervento, Maloberti traduce in chiave indoor un’idea di performance-reportage inclusiva e dilatata, rapportandosi a un principio opposto di climax catastrofico e frontale. Tonalità circensi e relazionali assumono qui forme sequenziali e meno “paesaggistiche”; per cui restando di tipo performativo, la sua partecipazione va forse fotografata tra un’azione e l’altra, nella concomitanza tra l’invasione da parte del pubblico della sala Enel piena di frammenti di pantere di porcellana, e l’applicazione di spezzoni di guard-rail stradale, eseguita sul posto da una squadra di operai specializzati. Meritati gli applausi, se non altro per il tentativo di fondere in modo un po’ esplicito vena felliniana e tensione situazionista. Va più sul sicuro Jankowski, che all’altro capo del museo formalizza un ritratto del potere ineccepibile, ma un po’ scontato, cogliendo i tic significativi di una commissione esaminatrice intenta a coniugare iconografia sacra ed esigenze da format televisivo.
Pericle Guaglianone
Roma // fino al 3 giugno 2012
Marcello Maloberti – Blitz
fino al 6 maggio 2012
Christian Jankowski – Casting Jesus
MACRO
Via Nizza 138
06 671070400
[email protected]
www.macro.roma.museum
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