Arthur Duff (Wiesbaden, 1973) gioca con la definizione stessa di ‘scrittura’, stravolgendone le gerarchie. Il significato non è più funzione solo delle parole ma è veicolato dal supporto, dal mezzo su cui sono rappresentate e dalla loro interazione con il contesto. In due installazioni al neon (medium che contraddistingue anche il suo intervento permanente al Macro) le parole, grazie a un gioco prospettico, si distorcono man mano che il visitatore entra nello spazio. Nella serie di arazzi, la Holzer si scontra con Boetti generando pannelli mimetici in grado di trasformare ogni parola in un grido di guerra.
Una esplosione luminosa domina la sala principale: è una battaglia fra parole scritte con il laser e un supporto impertinente di tubi al neon. Conclude la mostra Black Stars_M55: un immenso ammasso stellare è rappresentato dall’ipnotico rincorrersi di nodi su una corda nera. Cinquant’anni dopo R. H. Richens, la semantica è ancora una questione di nodi.
Carlo Maria Lolli Ghetti
Roma // fino al 28 aprile 2012
Arthur Duff – Syntax Parallax
OREDARIA ARTI CONTEMPORANEE
Via Reggio Emilia 22-24
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