Arte contemporanea dal sangue blu

Abbiamo assaggiato il nuovo domicilio espositivo della TBA 21, la fondazione istituita e diretta a Vienna da sua altezza Francesca D’Asburgo. Inaugurazione a fine mese, con “prova su strada” e un redivivo Jean Prouvé.

Nei suoi otto anni di vita, la Thyssen-Bornemisza Art Contemporary si è distinta per una multiforme declinazione dell’arte. Arte intesa innanzitutto come dialogo interculturale e interetnico, e come voce per il rispetto dei diritti umani. Scelte coraggiose, fiuto per artisti emergenti poi divenuti famosi, collaboratori e consulenti di talento, mecenatismo e collezionismo, prestiti e attività espositiva dentro e fuori l’Austria e l’Europa, cooperazioni con le più rinomate istituzioni.
La fondazione, dunque, lascia la sede amministrativa ed espositiva all’interno di un centralissimo palazzo barocco, dove era nata; francamente, dispiacerà a molti d’ora in avanti non aver più motivo di pronunciare il nome della via dove risiedeva, la Himmelpfortgasse, il “vicolo delle porte del cielo”. Ci si sentiva leggeri a percorrere quel cammino per andare a una mostra.

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Otto Wagner – Linke Wienzeile 38/Köstlergasse 1 - 1898-99 (sede amministrativa TBA 21) – photo Thomas Ledl

Ora, la svolta: la TBA 21 lascia ma raddoppia. Raddoppiano le sedi, una amministrativa e una espositiva, piuttosto distanti l’una dall’altra, piuttosto straordinarie l’una e l’altra. Quella amministrativa è andata a stare nel ben noto edificio di Otto Wagner sulla Linke Wienzeile angolo Köstlergasse, facciata capolavoro Jugendstil del 1898-99. La sede espositiva si trasferisce nell’ex atelier dello scultore austriaco Gustinus Ambrosi (1893-1974). Il pacchetto comprende oltretutto un patto di collaborazione tra la fondazione e il museo Belvedere. È un padiglione molto luminoso, con uno sviluppo longitudinale di una cinquantina di metri, una sorta di Kunsthalle nel verde del parco Augarten.
Se state pensando alla Serpentine Gallery in Hyde Park a Londra, beh, non siete del tutto fuori strada; poi, guarda caso, Hans Ulrich Obrist, condirettore della gallery londinese, che ha fama di spostarsi di continuo per trovarsi sempre nel posto giusto al momento giusto, lo trovi spesso alle iniziative della TBA 21, e non solo in ambito viennese. Magari, dopo Massimiliano Gioni, te lo ritrovi pure alla Biennale.

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Simon Starling – Three Birds, Seven Stories, Interpolation and Bifurcations - 2007-08

Una Kunsthalle, dicevamo di questo nuovo insediamento, o, dato lo sviluppo in lunghezza, una mini “corderia” dell’Arsenale in laguna danubiana. Perché c’è spazio per eventi densi e articolati, come sarà quello del debutto, il 30 maggio, sperimentale quanto basta, eteroclito al massimo e non privo di senso ludico. È ideato e realizzato dal “sovversivo” Simon Starling – artista vincitore del Turner Prize 2005 – qui in collaborazione con il collettivo danese Superflex. Riesumazioni imprevedibili e sovversioni di senso, appunto, riguardo i frammenti della modernità, pezzi ormai rottamati.
Si ridà spazio anche a un progetto dimenticato del geniale architetto-designer Jean Prouvé, consistente in una copertura industriale modulare, efficace e versatile, riadattata ora da Starling per ridarle nuova, ironica, funzionalità. Il tutto, con un buon neologismo come titolo, Reprototypes, e un sottotitolo da collaudo, Triangulations and Road Tests: è evidente, le “prove su strada” in certi casi sono necessarie.

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Simon Starling - Venus Mirrors (05/06/12, Hawaii & Tahiti (Inverted)) - 2012

Al venerdì, ogni venerdì after dark per tutto il tempo della mostra, una serie di performance a misura di voce, gestualità, musica, poesia ecc. e con invasione di prato antistante. Più d’una domanda sorge spontanea: perché mai questo lungo appuntamento con la performance si chiamerà Ephemeropterae, come certi innocui insetti? C’entrerà mica qualcosa l’idea di voler esprimere ed esplorare l’“effimero” attraverso la parola, la voce e fenomeni relativi? E perché l’hanno chiamata Ephemeropterae Pavilion quella struttura di qualche metro, in legno, a forma prisma trapezoidale, messa su lì accanto dall’architetto-artista David Adjaye? Sarà magari per poter osservare questi insetti che vivono una vita tanto effimera da esser lunga un sol giorno?

Franco Veremondi

Vienna // fino al 23 settembre 2012
Simon Starling with Superflex – Reprototypes, Triangulations and Road Tests
a cura di Daniela Zyman and Eva Wilson
TBA 21 – THYSSEN-BORNEMISZA ART CONTEMPORARY AUGARTEN
Scherzergasse 1a
+43 (0)1 513985624
[email protected]
www.tba21.org

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Franco Veremondi

Franco Veremondi

Nato a Perugia, residente a Roma; da alcuni anni vive prevalentemente a Vienna. Ha studiato giurisprudenza, quindi filosofia con indirizzo estetico e ha poi conseguito un perfezionamento in Teoretica (filosofia del tempo) presso l’Università Roma Tre. È giornalista pubblicista dal…

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