L’8 marzo di Thomas Schütte
Sculture in acciaio, alluminio grezzo e laccato, bronzo e ceramica, per raccontare il teatro - tutto al femminile - del maestro tedesco della scultura. È naturalmente la scena di Schütte. Tra il retorico e il relativistico, la prima rassegna in un museo italiano. Al Castello di Rivoli, fino al 23 settembre.
Co-curata da Andrea Bellini, condirettore uscente, e Dieter Schwarz, direttore del Kunstmuseum Winterhur, la retrospettiva dedicata a Thomas Schütte (Oldenburg, 1954; vive a Düsseldorf) si snoda – ripetendosi come immagini tra due specchi – lungo i 160 metri della Manica Lunga del Castello.
Se il corpus dei suoi lavori è spesso presentato attraverso allestimenti scenici, in cui le macabre figure compaiono come spettri erranti sul palco della vita, come metafore delle brutture e delle incertezze del mondo e della condizione umana, nella mostra Frauen l’universo esplorato da Schütte non è quello della donna in quanto genere. È la dimensione della materia generatrice e fertile della scultura.
Le diciotto ‘donne’ sono allora sagome sottoposte a deformazione organica; sono figure che nascono dalla terra e proliferano nello spazio. Ispirate in un certo senso alle sculture di Maillol, di cui Schütte è profondo conoscitore, soprattutto della tecnica, alcune delle donne esposte appaiono – per via del luccichio dell’alluminio laccato – più a contemporanee veneri di Willendorf o novelle sfingi, o peggio ancora a carrozzerie di automobili fiammanti esposte in un salone. Nel marketing pubblicitario vi è, in fondo, sempre quest’associazione di generi per la quale l’auto è acquistata da persone di sesso maschile, ma ad accompagnarne l’esposizione sono per contro donne statuarie poco affini al mondo dei motori.
Le donne dell’artista tedesco, specie le sculture realizzate in alluminio grezzo e che a prima vista appaiono ferrose e arrugginite, sono invece femmine che incarnano il movimento e l’energia di Gea, la madre greca da cui ha origine la physis. Si tratta di forme per certi versi ibride, a cui compaiono talvolta delle ali, talaltre maniglie o appendici prensili. Rispetto alla staticità di certe Frauen, i bozzetti in ceramica invetriata – minuti e raffinati – e anche la collezione di un centinaio di acquerelli definiscono insieme una certa freschezza sia dei contenuti proposti sia dell’esecuzione. Più rapida e leggera.
Ad accogliere, e contemporaneamente a salutare il visitatore poiché collocate all’ingresso e all’uscita del Castello settecentesco, fanno gli onori di casa United Enemies. Ispirate alla statuaria romana antica, e pensate già circa vent’anni anni fa durante una residenza dell’artista a Roma, le sculture paiono incorporare, nei loro mantelli, il peso della politica sulla vita degli individui. Quello di ieri come di oggi.
Claudio Cravero
Rivoli // fino al 23 settembre 2012
Thomas Schütte – Frauen
a cura di Andrea Bellini e Dieter Schwarz
CASTELLO DI RIVOLI
Piazza Mafalda di Savoia
011 9565222
[email protected]
www.castellodirivoli.org
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati