L’invenzione della curatela. Nella moda
Quando una mostra racconta le scelte di un curatore. Quando il protagonista non è l’artista, non è il collezionista e nemmeno l’oggetto. La figura di una donna che della moda ha fatto la sua vocazione e il suo linguaggio poetico. Diana Vreeland al Museo Fortuny di Venezia, fino al 25 giugno.
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Una mostra dedicata a un curatore e alle sue scelte. Non a un artista e alle sue opere, non a un collezionista e alla sua grande passione, non a un periodo storico e alle sue tendenze ma a una donna che, come una poetessa in grado di “sentire” qual è la parola giusta da usare, ha saputo scegliere immagini di moda che sapessero restituire al pubblico l’allure di un’epoca.
Diana Vreeland after Diana Vreeland è una mostra dedicata al lavoro di selezione, cernita, osservazione e accostamento accurato che questa fashion editor e fashion curator ha impresso alla moda del secolo scorso e forse dei secoli a venire. Un’incredibile vita spesa tra le passerelle di Parigi, Londra e New York, un susseguirsi di eventi che l’hanno consacrata all’Olimpo della genialità creativa, tra frasi, dichiarazioni e azioni memorabili se non ormai celebri, narrano lo spessore di una genitrice delle teorie della moda, del fashion soprattutto visto come immaginazione, come arte.
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Copertina dedicata alla vittoria dopo la Seconda guerra mondiale - Harper’s Bazaar, settembre 1945
Prima fashion editor di Harper’s Bazar e direttore di Vogue America, poi fashion consultant del Metropolitan di New York, Diana Vreeland (Parigi, 1903 – New York, 1989) è stata soprattutto una accentratrice visionaria che imputava a sé tutti i diritti del gusto, che insegnava e faceva scuola. Ora una bellissima mostra nel più bel palazzo veneziano, il Museo Fortuny, suggerisce con pochi e decisi tocchi lo stile di colei che lo stile ce l’aveva nel sangue e che a molti ha potuto insegnare. Inventrice di neologismi che poi si sono radicati nel linguaggio della moda come self-styling, allure, exotic e soprattutto interpretation, la Vreeland è divenuta il guru di un modo di vedere la moda.
Ora alcune delle “opere” che sono esposte al Museo di Mariano Fortuny – altro geniale collezionista e poliedrico cultore della bellezza – sono il sintomo di una vitalità creativa unica. Dall’attenzione alle forme del manichino alla composizione delle celebri doppie pagine di Harper’s Bazar o Vogue, tutto traspare nella scelta compiuta dalle curatrici della mostra veneziana, Maria Luisa Frisa e Judith Clark: far urlare un colore, far scintillare un ricamo prezioso, illuminare un tessuto, tutto diventa omaggio a un lavoro inedito.
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Lauren Bacall fotografata da Louise Dahl-Wolfe sulla copertina di Harper’s Bazaar - marzo 1943
I capi disegnati da Missoni, Balenciaga, Givency e Yves Saint Laurent indossati da Diana Vreeland stessa, da Eleonora Duse o altre celebrità del Novecento, diventano qui vere opere d’arte senza alcuna restrizione.
Chiara Casarin
Venezia // fino al 25 giugno 2012
Diana Vreeland after Diana Vreeland
a cura di Maria Luisa Frisa e Judith Clark
MUSEO FORTUNY
San Marco 3958
041 5200995
[email protected]
www.fortuny.visitmuve.it
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