Settanta non più Settanta
A Palazzo Reale torna la Milano degli Anni Settanta. Una città nel segno dell'arte e al centro di una comunità. Dove anche la memoria collettiva ricorda. Tra grandi installazioni, moltissime fotografie, sculture, video di performance, progetti, dipinti e collage.
Addio Anni ’70. Arte a Milano 1969-1980 non è solo una mostra. Il percorso è una presa visione. Una ricognizione evocativa di un mondo nel mondo dell’arte. Attraversate da una lunga scia diacronica, le sale sei-settecentesche di Palazzo Reale aprono i loro spazi e mettono in scena la vita creatrice degli Anni Settanta a Milano.
I 63 artisti selezionati da Francesco Bonami e Paola Nicolin descrivono, seguendo la regola di meticolose intuizioni, l’idea di quotidiano e il concetto di società. Dimensioni metastoriche di un capoluogo che non ha bisogno, necessariamente, né della parola addio né della parola politica per emergere e tornare a essere sedimento mnemonico collettivo. “Il percorso possibile del progetto ‘Addio Anni ’70’”, sottolinea Paola Nicolin, “tiene conto di figure diversissime tra loro la cui ricerca dimostra tuttavia un comune interesse verso la ridefinizione dei linguaggi attraverso opere che funzionano come esercizi di slittamento costanti”. Un accenno rivolto non solo alla complessa intercambiabilità formal-sperimentale che marchiava opere e linguaggi tra il 1968 e il 1980, ma anche a un tessuto intellettuale che rendeva gli artisti attori propulsivi, protagonisti oggettivanti di un movimento unico.
In mostra, l’album di un “viaggio di verifica” (per citare Francesco Bonami), espone dapprima grandi installazioni, come i Paesaggi di Spagnulo, l’Antropologia riseppellita di Costa o il Progetto per un Amleto di Agnetti, per poi frantumare formati e paesaggi negli accenni danzanti di Melotti, nelle fotografie di Carla Cerati, nei progetti di Christo, nei convivi orizzontali di Spoerri, tornando a spalancarsi nelle sale in cui irrompono, quasi in solitaria, Adami, Nevelson e Castellani.
Tra sale nascoste (come quella intimista dedicata a L’avventurosa vita di Emilio Isgrò nelle testimonianze di uomini di stato…), opere installate parallelamente (come Io l’uovo di Fabro), antri leziosi (con i Votre Portrait di Kudo) e sequenze delicate (Senza titolo del 1975 di Garutti) spiccano le performance di Laurie Anderson, Calzolari e Forti; le intuizioni di Kaprow e alcune figure di grandi mecenati.
Da non dimenticare infatti, il cammeo ben focalizzato sulla vita e l’opera di Gino di Maggio. Figura che negli Anni Settanta ha ospitato, supportato e prodotto progetti tali che nessun altro tipo di appoggio istituzionale avrebbe mai potuto rendere, oggi, sinonimo simbolo di cultura.
Ginevra Bria
Milano // fino al 2 settembre 2012
Addio Anni ’70. Arte a Milano 1969-1980
a cura di Francesco Bonami e Paola Nicolin
PALAZZO REALE
Piazza del Duomo 12
www.comune.milano.it/palazzoreale/
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati