Forse in Italia non siamo ancora pronti per apprezzare l’arte contemporanea cinese quanto, probabilmente, essa merita. Questo pensiero si forma visitando la grande personale che la Gam di Torino dedica a Fang Lijun (Handam, 1963; vive a Pechino). Gli addetti ai lavori, trovandosi di fronte agli immensi dipinti che occupano due piani del museo, si domandavano l’un l’altro cosa pensassero al riguardo senza trovare risposte precise, ma solo commenti fatti di singole parole – ‘virtuosismo’, ‘impatto’, ‘ingenuo’ – che non riescono a cogliere in pieno l’arte di Lijun, il più importante esponente del Realismo Cinico, tendenza sviluppatasi in Cina nel corso degli Anni Novanta e concentrata sull’analisi della storia socio-politica cinese del novecento, con particolare riferimento alla Rivoluzione Culturale iniziata nella seconda metà degli Anni Sessanta.
La sensazione è che in una grande capitale occidentale, quale New York o Parigi – che già hanno ospitato personali dell’artista e i cui musei più celebri custodiscono alcuni dei suoi lavori – la mostra Il precipizio sopra le nuvole sarebbe stata trattata alla stregua di uno dei più grandi eventi della stagione espositiva, sia per la riconosciuta fama internazionale dell’artista che per l’innegabile valore delle sue opere.
Certamente sono virtuosistiche, fatte di una figurazione simbolistica ingenua per lo sguardo occidentale, e giocano forse eccessivamente sull’impatto visivo – il solo dipinto 2005-2007 è lungo diciassette metri – ma sanno convogliare magistralmente la tragedia e la sofferenza di cinquant’anni di dittatura comunista e, al contempo, sono coloratissime metafore fiabesche in cui i trenta milioni di abitanti della capitale cinese si trasformano in sciami di libellule, farfalle e stormi di uccelli variopinti che volano sulle infinite arterie stradali solcate dai grattacieli grigi d’inquinamento, sui quali camminano e vivacchiano nerissimi topi e pipistrelli. È una pittura in cui riverberano le contraddizioni della società cinese, in cui l’individuo è una parte infinitesimale della massa e difficilmente riesce a non essere fagocitato, ma quando ce la fa si libra al di sopra del grigiore quotidiano.
Danilo Eccher, direttore della Gam nonché curatore della mostra, si è detto orgoglioso che l’istituzione museale torinese sia la prima in Italia a ospitare una personale di Fang Lijun, e Maurizio Braccialarghe, assessore alla cultura della città, ha aggiunto che l’evento conferma il ruolo di capitale italiana dell’arte contemporanea della città. Per quanto quest’ultima affermazione da un paio d’anni non trovi più riscontro nella realtà, la mostra avrebbe meritato una migliore ricezione.
Andrea Rodi
Torino // fino al 30 settembre 2012
Fang Lijun – Il precipizio sopra le nuvole
a cura di Danilo Eccher
GAM – GALLERIA D’ARTE MODERNA
Via Magenta 31
011 4429518
[email protected]
www.gamtorino.it
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