Villa Medici. Mostre che mettono al tappeto
Non c’è il genio della lampada, pronto a esaudire i vostri desideri, ma“Tapis Volant” riuscirà a farvi sognare. Volando oltre ogni confine spazio temporale, oltre ogni restrittiva definizione di arte, la mostra romana racconta come il tappeto, con le sue innumerevoli trame di forme e colori, abbia ispirato nei secoli artisti, scienziati, registi e uomini fantasiosi. A Villa Medici fino al 21 ottobre.
Tappeti bukhara dell’Uzbekistan, originali tessuti ottomani, imperdibili Mamluk del XVI secolo. No, non è la pubblicità di un negozio di arazzi in saldi, ma la descrizione di una piccolissima parte della ricca collezione di opere raccolte nella mostra Tapis Volants, ospitata quest’estate dall’Accademia di Francia a Roma.
Un’esposizione poliedrica, forse la migliore degli ultimi anni a Villa Medici, che sceglie il tappeto, oggetto tanto concreto quanto incantato, come linea guida per un’analisi, originale e suggestiva, dell’arte moderna e contemporanea.
Già l’artigianalità propria della tessitura stregò Alighiero Boetti, che negli anni Settanta trascriveva in mappe ricamate a mano i concetti di ordine e caos. Un procedimento manuale che si ripete diligentemente, come nelle rigorose composizioni di unità geometriche di Carl Andre o nel Rhythmus delle immagini in sequenza di Hans Richter.
Fattore assodato per Philippe-Alain Micheaud, curatore del Centre Pompidou e della collettiva romana, è la presenza di un moto congenito che anima l’apparente staticità di ogni tappeto, conferendo profondità e plasticità alla superficie piana. Artisti come Benozzo Gozzoli nel Quattrocento erano soliti scegliere arazzi come sfondi di composizioni equilibrate, utili altresì a sollevare in una dimensione extraterrena le figure sacre ad esso sovrapposte.
Con una maggiore dose di esotismo, il potenziale movimento dei sinuosi intrecci si riflette nella figura del tappeto volante, sinonimo nell’immaginario collettivo di evasione e magia. La Blue Sail di Hans Haacke volteggia negli spazi di Villa Medici. Poi il tappeto passa per uno degli accattivanti ritratti di Urs Luthi, e infine atterra, trasformandosi nel meno fiabesco Le Tapis Roulant di Pierre Malphets.
Cinema e musica non restano immuni dal contagio. Importante è sottolineare l’influsso che gli effetti di animazione delle superfici tessute hanno esercitato sul concetto stesso di cinematografia. A volte il tappeto non è solo il modello della “simultaneità della successione” ma il protagonista stesso della pellicola, invisibile eppur presente, come nel video Side/Walk/Shuttle di Ernie Gehr, veduta aerea o da tappeto di una moderna città sottostante.
Fra sogni e visioni, il percorso critico resta evidente. Seguendo le orme di un progetto già portato al grande pubblico con Le Mouvements des Images, mostra del 2007, Micheuad continua la sua ricerca di una dimensione più ampia di arte, dove il movimento, principio di tutte le espressioni creative, la fa da padrone.
Stella Kasian
Roma // fino al 21 ottobre 2012
Tapis Volants
a cura di Philippe-Alain Micheaud
ACCADEMIA DI FRANCIA – VILLA MEDICI
Viale Trinità dei Monti 1
06 6761311
[email protected]
www.villamedici.it
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