La produzione letteraria di Filippo De Pisis è ben nota, e la scrittura non fu certo un hobby per il grande ferrarese. La pittura di Eugenio Montale è invece pochissimo conosciuta, e incuriosisce al di là dei risultati raggiunti. L’incontro e lo scambio di discipline tra queste due figure chiave della cultura italiana del Novecento è al centro della bella mostra al Museo d’Arte di Mendrisio.
Entrambi nati nel 1896, conosciutisi nel 1919, i due mantennero rapporti costanti. Nel 1939, ad esempio, Montale inviò a De Pisis la prima edizione del suo Le occasioni, con una poesia manoscritta come affettuosa dedica. E il pittore lo ringraziò regalandogli il dipinto Il beccaccino (1932). Proprio questo quadro è il punto di partenza della mostra, assieme alla pagina originale con la dedica di Montale e alle annotazioni del ferrarese sul libro regalatogli -due ritrovamenti recenti.
Partendo dal rapporto tra i due artisti, la mostra batte strade insolite nella ricostruzione della poetica di entrambi. Il Montale pittore è qualitativamente ben poca cosa, ma ha senso vederne le opere per il valore storico, per il disarmante spirito naïf che le anima, e per ciò che della sua poetica letteraria vi si ritrova. I suoi dipinti e le sue incisioni sono inoltre la testimonianza di un rapporto con De Pisis fatto di ammirazione ma anche di emulazione e rivalità. Tra le opere del poeta esposte, non poteva mancare un osso di seppia, su cui è dipinta un’upupa.
Venendo a De Pisis, la raccolta di sue opere giustifica di per sé la mostra. La selezione comprende solo lavori di gran qualità, e non essendo distratti da opere minori si può ristabilire l’ampiezza della poetica dell’artista ferrarese. Non “da camera”, per quanto influenzata da vicende e tormenti personali, ma intenta a progettare una visione del mondo. La metafisica di oggetti su un tavolo, di scorci marini e di volatili appesi non è portatrice d’oblio, come oggi potrebbe sembrare; si tratta invece di visioni altamente simboliche e tormentatamente “eroiche” anche nella desolazione.
La mostra fa infine scoprire lati meno noti di De Pisis: il giovane naturalista che si fa ritrarre impettito mentre va a caccia di farfalle, e il botanico che compone un importante erbario, di cui la mostra espone alcuni fogli.
Stefano Castelli
Mendrisio // fino al 26 agosto 2012
De Pisis e Montale – Le occasioni tra poesia e pittura
a cura di Paolo Campiglio
MUSEO D’ARTE
+41 (0)91 6403350
[email protected]
www.mendrisio.ch/museo
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