A Città di Castello, a due passi dalla Fondazione Burri, c’è una galleria attiva da oltre trent’anni. Si chiama Galleria delle Arti e da là sono passate opere di Picasso, de Chirico, Fontana, Afro, Pascali, Pistoletto, Festa, ma anche – e soprattutto – tanti artisti umbri come Burri (di cui è conservata l’opera più piccola: un minuscolo guinness per la galleria), Leoncillo, Gerardo Dottori.
L’ultimo in ordine di tempo è Alessandro Bruschetti (1910-1980): la mostra che il gallerista Luigi Amadei dedica al futurista umbro è un omaggio a un artista non di prima fascia, ma comunque in grado di impressionare Marinetti in persona (un quadro di Bruschetti del ’32 – Dinamismo di cavalli – venne notato dalla “caffeina d’Europa”, il quale lo invitò immediatamente ad aderire al movimento) e ultimamente tornato in auge grazie a una serie di esposizioni a lui dedicate nell’anno del centenario del Futurismo, assieme alla monografia che l’editore Gangemi ha pubblicato, sempre nel 2009. Le opere di Bruschetti abbracciano dapprima l’aeropittura appresa da Dottori (negli anni Trenta) per poi giungere alla “purilumetria” (una dimensione estetica vicina al post-futurismo, praticata dagli anni Sessanta, con inserti in alluminio e aggetti che fanno pensare a Bonalumi), mostrando in diversi casi una certa “umbritudine” (testimoniata dall’attenzione al paesaggio – si prendano Ritmi di cascate e Il turbine – e da un’attitudine alla “spiritualità” – basta osservare la Madonna degli Aviatori e il bozzetto per il Giudizio Universale).
Si dice Futurismo e si pensa a Marinetti, Balla, Boccioni, Severini, al massimo Russolo e Depero; guardando alla mostra di Bruschetti, sembra comunque che il Futurismo abbia ancora buone cartucce da sparare.
Saverio Verini
Città di Castello // fino al 27 settembre 2012
Bruschetti Futurista
a cura di Andrea Baffoni e Francesca Duranti
GALLERIA DELLE ARTI
Via Albizzini 21
www.galleriadellearti.net
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati