Immagini che parlano. I video di monsieur Pinault
Palazzo Grassi ha inaugurato in concomitanza con la 13. Biennale di architettura. Una selezione di 25 opere dalla collezione Pinault, tra video e installazioni, oscura il primo piano. Colonne sonore, performance e passaggi noti dialogano, uno a uno, con Venezia.
Nel 2010 venne pubblicata da Einaudi una guida iconografica che analizzava la gestualità di decine di caratteri, soggetti sacri e profani, comparsi nell’arco di mille anni di storia dell’arte. Tra affreschi, sculture, mosaici e pale, l’autrice, Chiara Frugoni, ripercorre la simbologia descrittiva di posture e scelte rappresentative di numerosi personaggi, emblemi che formano la lunga galleria del volume La voce delle immagini.
Sotto la provvida ventura del medesimo titolo, in Laguna, al primo piano di Palazzo Grassi, la Fondazione François Pinault presenta al pubblico una selezione di circa 30 opere cinevisuali scelte dalla collezione del magnate francese. In 2.000 mq, 25 artisti vagliati da Caroline Bourgeois inaugurano un iter raccolto e, a tratti, inaspettato.
Per l’occasione, La voce delle immagini oscura ogni stanza del piano nobile. L’accesso vero e proprio alla mostra prende avvio nel salone principale dell’edificio con lo stand installativo di Johan Grimonprez, Maybe the Sky is Really Green and we’re just Colorblind, un’introduzione politico-programmatica che svia leggermente dagli intenti di elevazione dell’immagine in movimento a liaison consustanziale dell’intera mostra.
Proseguendo, lungo l’androne in marmo, Mohamed Bourouissa e i Nocturnes di Anri Sala accolgono i visitatori alternandosi nell’oscurità del piano mezzanino del palazzo. In questo primo alveo si avvicendano, scandendo i mesi di durata della mostra, anche: Shirin Neshat, la sceneggiatura di Comèdie (Bertolt Beckett di Karmitz del 1965) ed Erin Shireff con il recentissimo Lake.
A seguire, la mostra vanta video noti come: Uomoduomo, sempre di Sala, come Hall of whispers di Bill Viola ed Eyes di Peter Aerschmann. Vero trionfo dell’immagine, anima in movimento, dunque suono dell’aria e voce della diffrazione, è la stanza dedicata alla camera stenopeica di Zoe Leonard. Nonostante, infatti, il consecutivo, perfetto allestimento di For the beginners di Bruce Nauman, l’installazione della Leonard – dal titolo Campo San Samuele 3231 – eccelle e buca il piano della proiezione: sorpassando ogni parete, seguendo la scia della luce solare e capovolgendo, infine, Venezia. Fantasmagoria per una stanza di rumori vivi, esperimento istantaneo di simultaneità.
Da ricordare, infine, la presenza rilevante di artisti arabi, mediorientali e nordafricani, ben rappresentati da A declaration di Yael Bartana, dal notissimo Joueur de flûte di Adel Abdassamed e dal ritmato, danzante Jewel di Hassan Khan.
Ginevra Bria
Venezia // fino al 13 gennaio 2013
La voce delle immagini
a cura di Caroline Bourgeois
PALAZZO GRASSI
Campo San Samuele
www.palazzograssi.it
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati