Le opere tarde di Joseph Mallord William Turner (Londra, 1775 – Chelsea, 1851), Claude Monet (Parigi, 1840 – Giverny, 1926) e Cy Twombly (Lexington, 1928 – Roma, 2011), accostate in un unico percorso pittorico capace di superare ogni limitazione storica o geografica, come se i tre artisti vi avessero lavorato “contemporaneamente nella stessa stanza”.
È quanto la mostra organizzata dal Moderna Museet di Stoccolma, in collaborazione con la Staatgalerie di Stoccarda e la Tate di Liverpool, ha inteso proporre ai suoi visitatori. Un progetto complesso e ambizioso che, dopo le tappe in Svezia e Germania, giunge in Inghilterra confermando il proprio successo. Gran parte del pubblico è attratto soprattutto dai primi due nomi, e se Turner non è una novità nell’Oltremanica (e soprattutto per le Tate), Monet è invece merce più rara, specie quando si riescono a riunire fuori dalla Francia cinque tra le sue Nymphéas. L’opera di Twombly, poi, non è nuova a questi accostamenti (ahinoi) postumi, certo impegnativi e discutibili, ma nient’affatto posticci.
L’allestimento di Liverpool non delude le aspettative: gli ampi locali sono sfruttati con una grande consapevolezza scenica. Senza mai eccedere nel clamoroso, lascia emergere limpido il discorso critico sotteso. Un primo “aperitivo” è al piano terra, dove la sezione dal titolo Beauty, Power and Space trova il suo nucleo portante nel mito di Ero e Leandro, interpretato “classicamente” (ma con la consueta diffusione cromatica) da Turner e “semioticamente” da Twombly. Al piano superiore s’intrecciano ben sei percorsi tematici, che mentre deludono un poco per l’eccessiva “facilità” nella titolazione (Atmosphere, Fire and Water…), si dimostrano nel complesso stimolanti e ben strutturati. Nella parte finale assistiamo ad alcuni assaggi della produzione scultorea di Twombly, alla serie completa delle Quattro stagioni messa in dialogo con i fiori di Monet, e soprattutto al grande Untitled del 2007, i cui accesi rigogli di colore e parola si riflettono placidamente nelle circostanti ninfee.
Un’abbuffata cromatico-filosofica da digerire lentamente, specie per i visitatori che ancora lamentano la presenza di alcuni “scarabocchi” accanto a tanta grande arte. Ma il dubbio sulla sensibilità comune si lega al bisogno – qui sottaciuto, ma presente – di storicizzare al più presto la figura di Twombly. Operazione da ritenersi compiuta quando sarà lui a fare da “illustre stampella” per qualche maestro della pittura a venire.
Simone Rebora
Liverpool // fino al 28 ottobre 2012
Turner Monet Twombly: Later Paintings
a cura di Jeremy Lewison
TATE LIVERPOOL
Albert Dock
+44 (0)151 7027400
[email protected]
www.tate.org.uk/liverpool
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