A forza di sottrarre, cosa resta? David Maljkovic a Roma
Ma le opere dove sono? Tracce enigmatiche. Opere mancanti. Lievi interventi. Luci e suoni. Direttamente da Fiume, David Maljkovic lavora sulla sottrazione a più non posso. È la non-mostra nel nuovo spazio di T293 a Roma, fino al 10 novembre.
Tre installazioni dell’artista croato David Maljkovic (Rijeka, 1973) ridefiniscono tre diversi gruppi di lavoro, dove il concetto di sottrazione e rimozione prevale nettamente sull’atto del mostrare. Anti-espositive per eccellenza: luci, suoni, forme riescono a creare un contesto sempre nuovo. Una vecchia macchina da presa proietta un’immagine invisibile che sembra sorretta da due chiodi.
Un raggio luminoso indica una piccola struttura architettonica sospesa nel vuoto; un leggerissimo suono, simile al frinire di un grillo, accompagna la visione dei piani incrociati. Una grossa teca rettangolare, scavata nel muro, punteggiata da etichette. Frasi e date. Sono le didascalie delle opere mancanti di Vienceslav Richter, architetto croato. Nessuna opera si materializza, anzi scompare; rimane però l’essenza, il concetto, la costruzione.
Michele Luca Nero
Roma // fino al 10 novembre 2012
David Maljkovic – A Long Day for the Form
T293
Via Crescimbeni 11
06 88980475
[email protected]
www.t293.it
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