Le Corbusier e l’Italia. Una storia d’amore
Con “L’Italia di Le Corbusier” si apre al Maxxi di Roma la stagione autunnale delle grandi mostre, pronta a continuare con William Kentridge e Jeff Koons. Una rassegna - fino al 17 febbraio - volta a mettere in luce gli aspetti inediti dell’universo progettuale dello svizzero e più in generale l’epocale rivoluzione del Movimento Moderno.
L’influsso che il lavoro di Le Corbusier (La Chaux-de-Fonds, 1887 – Roquebrune-Cap-Martin, 1965) ha esercitato sull’architettura contemporanea è un fatto appurato. L’idea di una città costruita a misura d’uomo in cui essere umano e natura ristabiliscano l’equilibrio perduto ha segnato nella storia dell’urbanistica un punto di non ritorno i cui risvolti, dalla progettazione alla scelta dei materiali, sono ancora tangibili.
Ma chi e cosa suggestionò la mente di Le Corbusier? Qual è la formazione di questo “uomo leonardesco del XX secolo”, come lo ha definito Antonia Pasqua Recchia, commissario straordinario della Fondazione Maxxi? Un ruolo rilevante nello sviluppo del pensiero lecorbusiano è svolto dalla cultura e dalla storia italiana, ed è questo l’aspetto che la personale romana vuole indagare.
Attraverso dodici sezioni tematiche e cronologiche viene analizzato il lungo intreccio di relazioni che Le Corbusier intesse con il nostro Paese a partire dal 1907 fino alla sua morte. Si inizia con i primi viaggi in Italia durante i quali l’allora Charles-Edouard Jeanneret-Gris si dedica con ardore allo studio dell’architettura italiana, dalle antichità romane alle opere medievali, fino al rinascimento michelangiolesco e oltre. Il pensiero tutto grafico di Le Corbusier, quella predisposizione a sostituire alle parole il disegno emerge nella serie di studi e schizzi in mostra, proprietà della Fondation Le Corbusier di Parigi.
Quindi viene affrontato il rapporto instaurato con i pittori italiani degli Anni Venti, mettendo in luce un lato dell’artista finora seminascosto. Le opere di Carrà, Severini e Morandi sono poste a confronto con le tavole realizzate da Le Corbusier seguendo le linee del Purismo. Accanto alle opere pittoriche, ben più noti progetti, in particolare quelli ideati nel secondo dopoguerra per il Centro di calcolo elettronico Olivetti a Rho e per il Nuovo ospedale di Venezia. Lavori mai compiuti per la morte prematura dell’architetto, ma che incarnano comunque la realizzazione del sogno, per anni sfumato, di ottenere una commissione, specie pubblica, in Italia.
Un percorso chiaro e dettagliato, arricchito da scatti fotografici che, come frammenti di vita inediti, restituiscono un’immagine a tutto tondo di questo poliedrico genio. Un uomo che ha saputo sì guardare avanti rivoluzionando secoli di urbanistica, ma sempre con l’assoluta convinzione che la progettazione del futuro non possa esulare dalla piena comprensione del passato.
Stella Kasian
Roma // fino al 17 febbraio 2013
L’Italia di Le Corbusier
a cura di Marida Talamona
MAXXI
Via Guido Reni 4a
06 3225178
[email protected]
www.fondazionemaxxi.it
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