Site-specific? No, grazie. Francesco Fossati racconta architetture (im)possibili

Minuscoli paesaggi antropizzati: modelli di Hippy Architecture, teoria di un rapporto sostenibile tra uomo e ambiente. Un’indagine dalle utopie della Summer of Love fino alle ultime speculazioni del design. Francesco Fossati in mostra da Cart a Monza, fino al 24 novembre.

Una parete occupata, a intervalli regolari, da strisce pantone: il ventaglio copre la scala di rifrazione della luce, interrotta in un apparente disordine da monocromi di piccolo formato. Lavoro ricco quello che Francesco Fossati (Carate Brianza, 1985; vive a Milano e Macherio) porta alla Cart di Monza. Lavoro modulare, che può essere riprodotto limitando o ampliando il range cromatico: dalla singola striscia fino all’intero arcobaleno le variabili sono molte, per un progetto che dribbla il concetto di site specific e – perché non guardare in alto – non avrebbe fatto brutta figura, per tema e maturità di visione, alla Biennale di Chipperfield. Ad accompagnare Hippy Architecture la serie recente delle terrecotte esplose, indagine sulla potenza pittorica della scultura; ma soprattutto Late Again: trofei presi alle spalle, colti di sorpresa. Espulsi da un contesto che tace il nome dei vincitori e persino il tema della competizione.

Francesco Sala

Monza || fino al 24 novembre 2012
Francesco Fossati
CART
Via Sirtori 7
039 329101
[email protected]
www.galleriacart.com

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