Un’isola piccola quanto il mare. Per Andrea Dojmi
È Andrea Dojmi ad aprire la stagione espositiva della CO2 di Roma. Fino al 24 novembre, “The isle of the dead” propone un corpus di opere asciutte solo in apparenza e che, oltre la superficie gelida, si rianimano di echi distanti e voci extradiegetiche.
Per chi frequenta la storia dell’arte, per chi macina archivi d’immagini, tracciare linee tra punti distanti diventa una pratica irrinunciabile. La sgranatura delle fonti in The isle of the dead inizia dal comunicato stampa: Böcklin, Augé, Ballard e Tarkovskij, segue l’immaginario militare e paramilitare, l’edilizia Anni Settanta e le stragi di Columbine e Virginia Tech. E l’occhio allenato può intonare ancora il motivo: il padiglione americano alla Biennale 2011, un filmato Luce dell’Italia Balilla, il Conte di Lautréamont, Rachmaninov e la poesia, Robson e l’horror americano, le macchine inciampate di Duchamp fino a Goodbye Lenin, La mala educación e l’ultima tendenza neo-romantica alla restaurazione analogica.
Un secolo fa, la liberazione dell’arte dai dettati d’accademia e dalla retorica del simbolo ha preteso il patricidio, oggi il rischio è che quell’arte – finalmente liberata dall’allegoria – diventi allegoria di sé. Dojmi ha il pregio di tessere sul pattern freddo del cemento e del metallo delle sue sculture la trama calda della narrazione, al limite però del sovraccarico testuale.
Luca Labanca
Roma // fino al 24 novembre 2012
Andrea Dojmi – The isle of the dead
CO2 CONTEMPORARY ART
Via Piave 66
06 45471209
[email protected]
www.co2gallery.com
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