Un dialogo parallelo, quasi bisbigliato tra le due artiste lascia lo spettatore avvolto dal silenzio di interrogativi esistenziali. Cristina Falasca (Roma, 1980), nella logica non-progettuale dei suoi lavori, tenta di avviare con l’altro una relazione senza filtri, nella pura libertà di un pensiero che però sfuma e rimane sempre incomprensibile. Dove la “liquidità” della parola è vinta dalla poeticità, a volte anche un po’ repellente, di inserti naturali che fuoriescono a pungere la nostra realtà. L’intento è ricordare che, al di là dell’intelletto e della logica, esiste una parte dell’uomo che deve essere consapevole del nostro stare al mondo.
Marisa Albanese (Napoli, 1947) al pensiero sostituisce la casualità dell’avvenimento espressa nel tratto di matita, nel vento che soffia, nella staticità impassibile dei rami che si inglobano nell’ambiente cittadino. In questo andare e venire di pensieri, suoni, immagini, materie, così apparentemente libere e fortemente statiche, la leggerezza iniziale si tramuta in uno scontro di solitudini a cui è impossibile sfuggire.
Claudia Fiasca
Roma // fino al 12 novembre 2012
Marisa Albanese / Cristina Falasca – Cosa ferma le altalene?
a cura di Flavia Montecchi
STUDIO PINO CASAGRANDE
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