Le opere d’arte sono sempre state di preferenza mobili, non fosse altro che per ragioni di comodità in caso di compravendita o bottino di guerra. La rivoluzione operata da Land Art e “scultura intervento” consistette nell’indissolubilità del legame tra manufatto e contesto (paesaggistico ma anche storico e antropico). Disgiungerli equivarrebbe, nella linguistica, a separare significante e significato. “Scultura intervento” è una definizione di Mauro Staccioli (Volterra, 1937) che ne ha declinato i presupposti in tutto il mondo, da Milano a Londra, da Seoul a Kassel.
Presso Invernizzi, due archi in tondino di ferro connettono gli ambienti e suggeriscono il superamento di soglie. Grossi coni rossi sono l’elemento spaziale e si contraggono o slanciano inversamente proporzionali all’altezza dei soffitti. L’arco e il covone sono forme che richiamano autobiograficamente, per chiara ammissione dell’artista, l’infanzia bucolica nella campagna toscana. Tuttavia non si può evitare di pensare anche a un gioco straniante conoscendo la straordinaria sensibilità ambientale dell’artista: si esce dalla galleria ed ecco, a breve distanza, le forme imperiose, slanciate e contemporanee del nuovo skyline milanese…
Alessandro Ronchi
Milano // fino al 21 novembre 2012
Mauro Staccioli – Forme Perdute
A ARTE STUDIO INVERNIZZI
Via Domenico Scarlatti 12
02 29402855
www.aarteinvernizzi.it
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