Cercando di descrivere Roberto Paci Dalò
Una retrospettiva intesa come un palinsesto radiofonico di un tempo indefinito racconta la figura trasversale di Roberto Paci Dalò. Regista, musicista e artista visivo che in questa occasione organizza lo spazio come un brano aperto, incompleto ma coerentissimo. A Milano, da Marsèlleria, fino al 3 dicembre.
È pressoché impossibile descrivere in poche righe l’esperienza di una mostra densa come Time Lime, così come la fisionomia artistica del suo autore. Roberto Paci Dalò (Rimini, 1962; vive a Rimini e Berlino) più che un artista è un regista di suoni, visioni ed esperienze performative. Entrare nel grande spazio di via Paullo è un po’ come entrare nella sua mente: appunti, segni velocissimi come scarabocchi e altri esperimenti che sono diventati punti cardine nella psicogeografia dell’autore e quindi fissati in cornici o “finiti” come pensieri che si sono solidificati.
Ed è proprio come in un viaggio nell’inconscio che le cose possono dilatarsi, assumere nella rielaborazione personale di Paci Dalò dimensioni diverse, talvolta esagerando (vedi il maestoso arco, Sun tzu) e altre volte diventando prototipi di cose ancora non totalmente messe a fuoco. È quindi il tempo nella sua accezione più fluida e indefinita a tratteggiare percorsi personalissimi e legati a esperienze vissute o remote: come in una elegia di Sokurov scorrono le immagini di una Cina che appaiono quasi preistoriche se rapportate al medium che le racconta. Attraversando senza un preciso ordine questa partitura di melodie e atmosfere alternanti, si ha la sensazione di ascoltare più che di vedere delle immagini. In fondo, è John Cage l’eco che maggiormente entra in risonanza con ogni forma presente in Time Line.
Riccardo Conti
Milano // fino al 3 dicembre 2012
Roberto Paci Dalò – Time Line
LA MARSÈLLERIA
Via Paullo 12a
02 76394920
[email protected]
www.marselleria.com
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