In mostra con Pasolini. Non in memoria
Una mostra al romano Palazzo Incontro mette al centro della scena l’opera poetica di Pier Paolo Pasolini. E la fa confrontare - fino al 9 dicembre - con opere di artisti italiani di generazioni diverse, da Pistoletto e Sten&Lex. In un confronto che non è “ad memoriam”, ma tutto proiettato al presente.
“La Polemica (inversa) che titola la mostra è idealmente diretta al Pasolini che affermò di non voler scrivere altre poesie, perché non sapeva più a chi rivolgersi”. Lo rivela Flavio Alivernini, curatore della mostra a Palazzo Incontro che così omaggia lo stimato intellettuale a 37 anni dalla morte. “Attraverso questa progetto”, continua Alivernini, “vogliamo rispondergli che il destinatario c’è ancora, seppure a distanza di tempo”.
A ispirare la mostra, undici componimenti in versi tratti da Le ceneri di Gramsci, La religione del mio tempo, Poesia in forma di rosa, Trasumanar e organizzar, interpretati creativamente, ognuno da una coppia di artisti di differenti generazioni. “I versi pasoliniani, visionari, eretici contraddittori e polemici, se da una parte testimoniano i caratteri dell’identità sociale dell’Italia del dopoguerra, dall’altra sono anche una premonizione lucida dei fenomeni che oggi stanno plasmando la nostra società”.
Ecco allora, in un suggestivo sconfinamento tra poesia e arte, 22 opere di alcuni fra i più importanti pittori, scultori e fotografi del panorama internazionale, tra cui Claudio Abate, Carla Accardi, Gianfranco Baruchello, Giosetta Fioroni, Matteo Basilè, Veronica Botticelli, Rocco Dubbini, Pietro Ruffo. Attingendo dal cuore pulsante del corpus poetico, hanno realizzato le loro opere appositamente per questo progetto. “Negli abbinamenti tra temi poetici e artisti”, spiega il curatore, “abbiamo tenuto conto della linea di ricerca e dei linguaggi che essi utilizzano nella propria attività”. E cita come esempio l’accostamento tra alcuni versi di Alla bandiera rossa – ridiventa straccio, e il più povero ti sventoli – e l’anima poverista di Michelangelo Pistoletto, nonché la sua idea della responsabilità di un artista nei confronti della società. O ancora, la tensione mitica della poesia Il Papa rivisitata da Jannis Kounellis che investiga il rapporto fra uomo e trascendenza.
Interessanti fra gli altri i lavori di Sten & Lex che riflettono sul tema dell’anonimato e della molteplicità; di Gianni Dessì che soffoca nel bronzo una luce di speranza per il futuro; di Nino Giammarco che squarcia un metaforico tempio di stereotipi socio-culturali con l’affilata lama delle verità; di Mauro di Silvestre che sulla tavola pregna di simboli, rappresenta la decadenza politica di un’epoca; di Maurizio Savini che con una mise en scène di oggetti/icone allude alla morte tragica del poeta, per molti artefatta; di Franco Gulino che fa vestire panni da donna in vetrina, alla figura imbellettata dell’intellettuale.
“Questo mostra non vuole essere un tributo ad memoriam”, conclude Alivernini, “ma piuttosto attivare uno spazio virtuoso carico di suggestioni, simboli e visioni. Una riflessione sul ‘metodo’ pasoliniano improntato al dialogo e al dibattito, utile a decifrare le complessità dei problemi presenti, anche attraverso l’analisi delle cause che li hanno generati”.
Lori Adragna
Roma // fino al 9 dicembre 2012
PPP. Una polemica inversa
a cura di Flavio Alivernini
Catalogo Fandango
PALAZZO INCONTRO
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