Modulare il ritmo dello spazio. Con Artan
Nell’ambito del progetto “close up”, la Galleria Il Ponte di Firenze offre il suo spazio lounge alla manipolazione plastica di Artan (Shalsi). Che spiega un orizzonte, lo inscatola e riassorbe dentro quattro mura. Da sperimentare fino al 23 novembre.
“Non voglio simboleggiare l’orizzonte, ma racchiudere un orizzonte in una stanza”. La ricerca di Artan (Shalsi) (Berat, 1970; vive a Parma) parte dallo studio dei panneggi classici, attraversa l’acciaio inox e le materie plastiche, fino a giungere a interventi installativo-architettonici. Nel piccolo spazio sul fondo della galleria fiorentina, con piglio quasi freddo e minimale, Artan spinge lo sviluppo delle linee prospettiche fino al parossismo.
E mentre la percezione visiva non cede all’inganno, supportata dal grezzo offrirsi di una materia sporca, segnata dalle impronte del lavoro umano, è la struttura architettonica della stanza a rimodularsi radicalmente, nel suo valore d’uso e di comune fruizione. Impressione supportata dai lavori a grafite che accompagnano l’installazione: l’astratta geometricità delle linee si tempera nella viva sostanza del foglio. Lo spazio dialoga con l’idea, la pone in divenire.
Simone Rebora
Firenze // fino al 23 novembre 2012
Artan (Shalsi) – Un orizzonte
a cura di Elena Forin
Catalogo Il Ponte/Niccoli
GALLERIA IL PONTE
Via di Mezzo 42b
055 240617
[email protected]
www.galleriailponte.com
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati