A Bergamo, negli ampi spazi della galleria Thomas Brambilla, inaugura la prima personale di Oscar Giaconia. Una mostra che utilizza la pittura come un gioco di ruolo, per avere accesso a mondi in cui la fantasia rappresenta un’illusione biologica. Fino al 15 dicembre.
“Alea iacta est”, ripetevano i Romani quando l’irrevocabilità di un’azione, come nel gioco dei dadi, aveva appena cominciato a interpellare i vizi e le volubilità del caso. Non fa, invece, riferimento diretto al medesimo alea il titolo della prima personale di Oscar Giaconia (Milano, 1978; vive a Bergamo), allestita negli spazi luminosissimi della Thomas Brambilla. L’artista infatti prende spunto da Alea, Agon, Mimesis e Ilinx – quattro tipi di giochi definiti da Roger Caillois nel 1958 nel suo libro Les Jeux et les Hommes: le masque et le vertige (Man, Play and Games) – per giocare a sua volta con la logica dell’azzardo e con la versatilità genetica di disegno e pittura. I suoi oli su carta intelaiata e i suoi malinconici disegni su carta fotografica iridata dall’acido ampliano, infatti, passaggi dimensionali verso mondi sovrapposti del biologico e del fantastico.
Ginevra Bria
L'articolo continua più sotto
Incanti, il settimanale sul mercato dell'arte
Informazioni, numeri, tendenze, strategie, investimenti, gallerie e molto altro.
Render, il bisettimanale sulla rigenerazione urbana
Nuovi progetti, tendenze, strategie virtuose, storie da tutto il mondo, interviste e molto altro.
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati
Lettera, la newsletter quotidiana
Non perdetevi il meglio di Artribune! Ricevi ogni giorno un'e-mail con gli articoli del giorno e partecipa alla discussione sul mondo dell'arte.
Ginevra Bria
Ginevra Bria è critico d’arte e curatore di Isisuf – Istituto Internazionale di Studi sul Futurismo di Milano. È specializzata in arte contemporanea latinoamericana.